Il governo italiano si è impegnato ad aumentare la spesa militare italiana al 2% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nell’ambito delle misure da approvare a seguito della guerra in Ucraina a seguito dell’invasione della Russia, tra le quali ci sono anche quelle relative al ammissione dei profughi.
Secondo il testo, adottato ieri, mercoledì (16.03.2022) dal Parlamento, la spesa delle Forze Armate italiane aumenterà a circa 40.000 milioni di euro annui dagli attuali 25.000 milioni di euro e che secondo i dati del Ministero della Difesa , rappresentato nel 2020 l’1,41% del PIL.
L’obiettivo dell’aumento della spesa per la difesa è, tra l’altro, realizzare un accordo raggiunto nel 2014 dai paesi della NATO di destinare almeno il 2% del PIL a questa quota.
La proposta di riqualificazione è stata lanciata dalla Lega di destra e approvata dalla Camera dei Deputati con una stragrande maggioranza di -391 voti favorevoli, 19 contrari e 7 astenuti- dal centrodestra e dal centrosinistra.
Questo impegno arriva dopo che il premier Mario Draghi ha parlato della necessità di aumentare la spesa per la difesa “più di quanto abbiamo fatto finora”.
Il deputato della Lega, Roberto Paolo Ferrari, primo firmatario del documento, ha spiegato che si tratta di adeguarsi alla conclusione del vertice dell’Alleanza Atlantica del 2014 in Galles (Inghilterra).
L’aumento della spesa militare “non è una corsa al riarmo” ma “fornirà in definitiva le risorse necessarie per un sistema che garantisca la sicurezza del Paese, che garantisca le soste necessarie per la sicurezza dell’approvvigionamento delle nostre risorse come beni di energia e importanza strategica”, ha affermato.
Gli unici partiti a opporsi sono stati i partiti di estrema sinistra come i Verdi europei e la Sinistra italiana, il cui unico rappresentante, Nicoca Fratoianni, ha ritenuto “vergognosi” gli impegni per aumentare le spese militari.
CP (effe, afp)
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