“Un quadro di democrazia in costruzione” alla Casa Nazionale del Bicentenario

Quello Casa nazionale del Bicentenario ha inaugurato, lo scorso agosto, il ciclo espositivo “1983-1989. Uno sguardo sulla democrazia in costruzione”. Questo ciclo è composto da foto e video Marcos López, Adriana Miranda, RES, Alejandro Kuropatwa E Monica Hasenberg che raffigura i primi anni della restaurazione della democrazia.

Le fotografie d’archivio esposte in questa mostra sono presentate in più parti e spiegano gli aspetti centrali del processo di costruzione democratica legati agli intangibili della vita quotidiana: scuole, cooperatori, eventi scolastici, simboli nazionali, storia, mobilitazione, spazio pubblico, cultura , arte, umorismo, libertà.

Il ciclo si apre con fotografie provenienti dall’archivio dell’artista Adriana Miranda, RES E Marco Lopezche ha realizzato il primo disco Biennale d’Arte Giovane avvenuto nel marzo 1989. Quindi le foto non furono pubblicate Alessandro Kuropatwa riuniti sotto il titolo “Pane e Lavoro” accanto al videoclip “Aurora e l’inno nazionale argentino”Parodia di scuole, simboli nazionali e istituzioni prodotta da Kuropatawa nel 1988.

Il ciclo si conclude con una mostra “Scuola, 1983-1989. Marcia Bianca, 03/1988”che mostra foto proprietarie Archivio della famiglia Hasenberg-Quaretti e forniscono una spiegazione degli appunti presi dal fotografo Monica Hasenberg con suo marito Brenno Quaretti nelle scuole della città di Buenos Aires – Scuola José María Gutiérrez N2 DE6, a Parque Patricios, e Scuola Juan de Garay N7 DE5, a Barracas – e in diverse scuole a Salta, Chubut, Santiago del Estero, Catamarca e Jujuy, tra gli altri 1983 e 1989.

Sono incluse anche alcune immagini storiche Marcia Bianca, nel marzo 1988, quando insegnanti di tutto il paese marciarono sulla capitale federale in tuta da lavoro, per difendere l’istruzione pubblica, i salari e i diritti dei lavoratori. Il camice bianco qui funziona come un filo conduttore nella storia dell’educazione e dell’impegno comunitario. Il camice bianco qui funziona come un filo conduttore nella storia dell’educazione e dell’impegno comunitario. Il camice bianco come equalizzatore di opportunità. Insegnanti, ragazze e ragazzi con la missione di trasformare questo Paese in un luogo con più spazio per i diritti e l’inclusione. In breve: per la democrazia. La scuola come luogo dove apprendere, espandere il mondo, comprendere le altre persone. Strade, terrazze, bandiere, piazze. Sorriso, quaderno, lavagna, scarpe da ginnastica. Uno striscione, uno slogan. Ognuna delle immagini di questa serie rappresenta un punto nel viaggio da casa alla manifestazione, oltre l’aula, sulla strada del rafforzamento del sentimento civico e del desiderio di impegnarsi nella lotta per migliorare le condizioni della società. che alla fine hanno il loro futuro nelle loro mani.

L’archivio fotografico della famiglia Hasenberg-Quaretti contiene quarantacinquemila immagini fotografiche che riflettono la vita politica, sociale e culturale dell’Argentina, tra il 1979 e il 1989. Le immagini sono state dichiarate di interesse culturale dal Congresso Nazionale e donate dalla famiglia. all’Università di Buenos Aires.

Monica Hasenberg (Buenos Aires, 1954) è un fotografo, diplomato alla Prima Scuola di Psicologia Sociale di Pichón Rivière. La figlia di un fotografo tedesco che, all’età di 8 anni, aiutò a copiare e sviluppare murales, in bianco e nero. Inizia a lavorare come fotografo fin da giovanissimo, nel 1972; Dalla fine del ’76 inizia a condividere la vita e la professione con il fotografo Brenno Quaretti, dal quale ha due figli, Nadia e César.

Per molti anni si è specializzato in laboratori in bianco e nero e a colori. Ha collaborato con riviste, periodici e libri di Manrique Zago, scoprendo innumerevoli ritratti di immigrati. In Italia ha lavorato come responsabile del settore bianco e nero in un laboratorio professionale nella città di Brescia e come fotoreporter per il quotidiano Cronaca Padana della provincia di Cremona, occupandosi di eventi sportivi e sociali. Insieme alla sua compagna hanno lavorato nel sindacato CGIL durante i 5 anni in cui hanno vissuto in Italia. Dopo la morte di Brenno, a Buenos Aires, oltre a lavorare come fotografo, aggiunge al suo curriculum ricerche sull’opinione pubblica, studiando psicologia sociale. Si dedica inoltre all’insegnamento dei primi passi della fotografia sia con la macchina fotografica che nei laboratori del bianco e nero, nelle scuole elementari urbane, nei centri culturali e nel corso “Comunicazione e Immagine” tenuto alla Fondazione Walter Benjamin. Questo fotografo è stato più volte dichiarato Personalità Eccezionale per la sua lotta per i Diritti Umani.

Alberto Baroffio

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