Multa di 500 euro per il parrucchiere in Italia per aver lavato due volte i capelli della cliente

La grave siccità del Paese, con precipitazioni dimezzate rispetto alla media degli ultimi anni, ha costretto il consiglio comunale ad approvare misure di conservazione dell’acqua.

La grave siccità dell’Italia, con una perdita stimata di circa 1.000 milioni di euro in agricoltura, inizia ad avere ripercussioni anche su altri settori dell’economia e sulla vita quotidiana delle persone. In un anno idrologico con precipitazioni dimezzate rispetto alla media degli ultimi anni e con il 70% di neve in meno sulle Alpi, l’area più colpita è la pianura padana, il fiume più grande e lungo del Paese, il cui corso è al minimo. negli ultimi 70 anni, ecco perché dalle sue profondità hanno persino cominciato ad emergere resti di navi della seconda guerra mondiale. La carenza d’acqua ha dimezzato anche la produzione di energia idroelettrica nella Pianura Padana.

Alle porte di un’estate che si preannuncia estremamente secca e calda, molti comuni italiani hanno approvato delle normative per cercare di ridurre i consumi. Tra questi spicca quanto deciso a Castenaso, comune di 16.000 abitanti in provincia di Bologna, dove il sindaco Carlo Gubellini ha vietato più volte ai parrucchieri di lavare i capelli ai propri clienti. Chi non rispetta le norme può essere multato da 25 a 500 euro. «In media da un rubinetto aperto fluiscono circa 13 litri al minuto. Se si effettuano due lavaggi, si perdono più di 20 litri. Nella situazione attuale non ce lo possiamo permettere”, ha detto qualche giorno fa Gubellini al ‘Corriere della Sera’ di Bologna.

La circolare ‘anti-siccità’ di Castenaso vieta anche l’uso di acqua potabile tra le 8:00 e le 21:00 per innaffiare le piante o lavare le auto. Analoghe norme sono state approvate anche in molti altri comuni italiani, proponendo addirittura di utilizzare l’acqua utilizzata per lavare le verdure per innaffiare le piante o di lavare i piatti con l’acqua rimasta dopo la cottura della pasta per il suo potere sgrassante. . Anche le fontane pubbliche sono state colpite dalla siccità. A Milano, ad esempio, il Comune ha deciso di interrompere l’approvvigionamento idrico e fornire acqua a 70 comuni.

“Non ci sono precedenti. Questo è un segno di come il cambiamento climatico stia cambiando la politica. Questo è un modo per risparmiare acqua, ma anche per segnalare che siamo di fronte a un problema che va gestito con attenzione”, spiega Pierfrancesco Maran, consigliere della Capitale economica italiana. “Il risparmio rispetto a quello che si consuma in una città come la nostra è ovviamente molto piccolo, ma speriamo che serva da campanello d’allarme per tutti per risparmiare a casa quando possibile”. Anche l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha rivolto una preghiera alla Vergine pregandola di scendere.

Se le loro preghiere non andranno a buon fine e la siccità continuerà, come prevedono i meteorologi, il governo di Mario Draghi potrebbe dichiarare lo stato di emergenza nelle prossime settimane. Lo propone il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. “Definiamo criteri e azioni per regione”, ha detto sul canale Skytg24. Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna sono state le regioni più colpite, anche se iniziano a soffrire anche al centro del Paese. “In alcune zone non è escluso che il razionamento provochi interruzioni dell’acqua anche durante il giorno”, avverte Curcio, preoccupato che la siccità e le alte temperature facilitino il moltiplicarsi degli incendi durante l’estate.

Alberto Baroffio

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