L’Italia banna ChatGPT su tutto il territorio nazionale: qual è il motivo

Il governo ha ordinato la sospensione temporanea del chatbot sviluppato da OpenAI. Hanno denunciato la mancanza di base giuridica in relazione alla raccolta di dati personali.

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Italia proibire ChatGPTChatbot OpenAI che comunica tramite intelligenza artificiale, per violazione delle norme del GPDP (Garanzia di Tutela Dati Personale), nell’ambito della presunta raccolta illegale di informazioni sensibili dagli utenti.

L’evoluzione di ChatGPT ha generato alcune critiche negli ultimi giorni per il suo utilizzo dei dati personali. Recentemente è diventato noto che i robot divulgano dati sensibili come nome e cognome, l’indirizzo email associato al pagamento, le ultime quattro cifre della carta di credito e la data di scadenza.

OpenAI, che sta contattando le persone colpite, ha confermato la sentenza e ha rilevato che essa ha interessato solo l’1,2% dei clienti passa a ChatGPT Plus e, sebbene vengano visualizzati gli ultimi quattro numeri della carta di credito, il numero completo non può essere visualizzato.

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Di fronte a ciò, il governo italiano ha deciso di vietare lo strumento nel paese. Secondo l’agenzia di regolamentazione, “nessuna informazione viene fornita agli utenti o alle parti interessate i cui dati sono stati raccolti da OpenAI, LLC ed elaborati tramite il servizio ChatGPT”. Rileva inoltre ” l’assenza di un’adeguata base giuridica in relazione alla raccolta di dati personali e manutenzione dello stesso allo scopo di stabilire gli algoritmi che sono alla base del funzionamento di ChatGPT”.

Hanno anche rimproverato mancanza di verifica dell’età nel sistemaanche se rimane limitato ai minori di 13 anni.

Perché l’Italia ha bandito ChatGPT

Secondo il governo, il ruolo di OpenAI contrario agli articoli 5, 6, 8, 13 e 25 regolamento. Queste disposizioni sono temporanee e si applicheranno fino a quando ChatGPT non sarà conforme ai regolamenti europei generali sulla protezione dei dati.

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Il pacchetto di misure per la protezione dei dati è stato installato nel maggio 2016 e ha come obiettivo iniziale quello di preparare l’Europa all’era digitale. Questa iniziativa è nata perché oltre il 90% degli europei desidera avere gli stessi diritti alla protezione dei propri dati in tutta l’UE e ovunque avvenga il loro trattamento.

Secondo l’Unione Europea (UE), l’azienda dispone di un termine di 20 giorni per dettagliare le iniziative messe in atto “per attuare quanto specificato” e quindi “giustificare le suddette violazioni”. La mancata risposta di OpenAI include anche sanzioni da parte dell’organismo europeo.

Alberto Baroffio

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