Dopo quattro anni di indagini, lo scrittore italiano Nicola Lagioia ricostruisce ne “La città dei vivi” uno degli omicidi più crudeli della cronaca nera italiana, tortura e omicidio nel 2016 del giovane Luca Varani, 23 anni, per mano di vent’anni
Nell’ambito del festival BCNegra, Lagioia ha dichiarato in un’intervista a EFE che preferisce scrivere romanzi ai libri di saggistica perché “quando la realtà sembra incomprensibile e complicata, cerchiamo di capirla meglio attraverso l’interpretazione letteraria”.
E continua: “La letteratura ti permette di fare cose che non puoi fare nella pratica, ti danno un punto di vista emotivo diverso e ti danno la struttura drammaturgica degli eventi per gettare una luce diversa sulla realtà”.
L’incidente è avvenuto il 4 marzo 2016, a Roma, nel quartiere Collatino, dove Luca Varani è stato trovato morto in un appartamento, dopo essere stato torturato per ore da Marco Pratto e Manuel Foffo, “due ragazzi di buona famiglia. , sembra perfettamente normale, che non ha mai fatto male a nessuno”.
Per Lagioia, che ha incontrato amici e familiari e ha potuto consultare la sintesi del processo, “Pratto e Foffo sono due narcisisti patologici e hanno causato la tragedia”, ma ritiene che “la questione del narcisismo sia una mafia sociale, una fenomeno abbastanza diffuso nella società, che in questo è capitato a due persone sole”.
La principale difficoltà di Lagioia è stata affrontare per la prima volta una letteratura basata su eventi reali: “Era emotivamente difficile perché mi costringeva a relazionarmi con persone devastate dalla tragedia”, ma ha descritto l’esperienza umana come “intensa, bella e commovente”.
In “The City of the Living” (The Random House Literature) l’autore non giudica mai i fatti, perché dall’inizio sa di chi è la colpa; “e senza empatia c’è pratica cercando di entrare nelle teste di Pratto e Foffo”.
La conclusione è che “non sono mostri, ma persone caratterizzate da orribili omicidi, ma questo non impedisce loro di soffrire o amare gli altri, perché, come tutti gli esseri umani, sono persone complesse e contraddittorie”.
Nelle sue indagini e intuizioni, Lagioia ha ritenuto che “il delitto avrebbe potuto essere evitato fino a mezz’ora prima che accadesse” e ha sottolineato che ciò che è interessante di questo caso è che “non si tratta di due criminali comuni, sono persone normali “.
Il primo elemento che aumenta la probabilità che succeda qualcosa di brutto è l’incontro tra loro e l’uso eccessivo di droghe.
“Quando Pratto e Foffo hanno visto entrare in casa Luca Varani, hanno capito che era ora, perché lo hanno riconosciuto più debole di loro ed è stata questa impotenza ad alimentare tutto ciò che si è concluso con la morte del giovane”, ha detto lo scrittore italiano.
Essendo nuovo a questo sottogenere descritto in inglese come “vero male”, Laioia ha in mente diversi riferimenti, come Primo Levi, Truman Capote da “A sangue freddo”, Carlo Levi da “Christ si ferma a Eboli”, Javier Cercas da “Anatomy subito” o “L’ingannatore”, o “Il nemico”, di Emmanuel Carrère.
Senza voler offrire al lettore “un manuale di istruzioni” per affrontare le dure realtà del caso, Lagioia ritiene che il suo libro serva a “capire di più sulla psiche umana e da questo episodio è possibile intravedere ciò che gli umani sono fatto di.”
La stessa Lagioia non può fare a meno di guardarsi allo specchio nell’analizzare il caso di Luca Varani: “In gioventù ho fatto tante stupidaggini, ma non ne valevano la pena. In che misura la fortuna ti ha determinato per poterlo fare Decidi nella tua vita?A 18 anni ho preso una macchina ubriaco e ci siamo schiantati contro un muro e non è successo niente, ma da quel momento in poi ho deciso di non guidare più ubriaco.
Giuseppe Oliva
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