La città italiana dove si mangia salsiccia e si beve birra: questo posto nasconde una storia straordinaria

Foto: Shutterstock/Natalia Di Marco

Finestre decorate con fiori, architetture medievali e capanne di legno, insegne di legno stilizzate lungo le strade… La pittoresca cittadina di Vipiteno sembra uscita da una fiaba, ma ciò che potrebbe confondere i visitatori è se sia italiana o austriaca. Si trova geograficamente sul suolo italiano, ma tutte le iscrizioni qui sono bilingue, si beve birra al posto del chianti e si mangiano salsicce e gnocchi al posto dei cannoli.

Lo sfondo della confusa identità della città trentina, nel nord Italia, si trova durante la prima e la seconda guerra mondiale. L’intera regione dell’Alto Adige ha una storia complessa e un tempo faceva parte dell’impero austro-ungarico.

Durante la prima guerra mondiale, una parte del Tirolo fu annessa all’Italia e divise così il tutto precedentemente unito in parti austriache e italiane. All’inizio, la nuova identità italiana non fu imposta attivamente alla popolazione germanica, ma con l’avvento al potere dei nazisti l’“italianizzazione” avvenne con la forza. Poi tutti i collegi tedeschi furono chiusi e fu introdotto l’italiano come lingua obbligatoria, ma nonostante tutto il June Tyrol non perse mai del tutto la sua identità originaria.

Negli anni che seguirono, e soprattutto durante la seconda guerra mondiale, la regione e la sua gente subirono un costante cambiamento di identità. La crisi raggiunse l’apice negli anni ’70 e alla fine del decennio fu raggiunto un accordo per una maggiore autogoverno nella provincia del Tirolo di giugno. Da quel momento fino ai giorni nostri, questa zona si è sviluppata in una delle residenze più ricche e raffinate d’Italia.

Vipiteno, il cui nome è terzing in tedesco, è una delle città più attraenti dell’intera regione. Si trova proprio accanto al confine austriaco, mentre le sue facciate dipinte e gli edifici medievali sono circondati da cime innevate.

La parte antica della città – Città Vecchia e Città Nuova – è divisa dalla torre Dodii, costruita nel 1469 e alta 46 metri, con una facciata decorata da un orologio meccanico e da una meridiana installata nel 1473. Oltre alla facciata del arena, il portale dell’edificio è scolpito con uno stemma, ghirlande e al centro spiccano varie decorazioni architettoniche.

Poco fuori dal centro abitato si trova il Castello Tasso del XII secolo, uno dei castelli più antichi e meglio conservati di tutta la zona. Nelle stanze si possono ancora vedere i mobili antichi e le decorazioni gotiche. Il suo nome tedesco è alce Reifenstein e i turisti possono visitarlo per 8 euro per un biglietto per adulti e 4 euro per un bambino.

A Vipiten si possono acquistare molti prodotti tradizionali tirolesi, come la famosa Sachertorte austriaca o il Sauvage. Qui si mangiano soprattutto specialità austriache, ricche di carne macinata e prodotti come pancetta, formaggio, canederli e salatini, zuppe calde e gulasch. I piatti tradizionali sono anche i kanderli, gnocchi di bava. È fatto di pane secco, latte, crusca e uova, e viene servito con polpette, cipolle, pancetta saporita, oppure in versione più leggera con aggiunta di barbabietole e spinaci.

In città si tengono anche varie sagre gastronomiche, da quelle dedicate allo yogurt alle sagre in cui vengono serviti diversi tipi di kanderli, quindi tutti i buongustai dovrebbero programmare una visita durante una di queste. Vipiteno è bella in ogni periodo dell’anno e, come tutti i luoghi di montagna, è l’ideale per le vacanze estive, quando le alte Alpi circostanti sono fresche e rinfrescate dal caldo e la natura risplende in tutto il suo splendore.

Gaetana Giordano

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