la chiave di un atto controverso e senza precedenti

La posizione della Meloni è un monito all’Unione Europea affinché porti avanti il ​​Patto su migrazione e asilo che è stato congelato per anni.

Governo Giorgia Meloni ieri si è deciso stato di emergenza dopo lo sbarco di oltre 3.000 persone Italia in tre giorni. La legge conferisce al primo ministro poteri straordinari per accelerare l’espulsione dei migranti. Ma cosa è successo negli ultimi mesi in questo Paese che giustifica il ricorso a queste figure giuridiche? E qual è il ruolo dell’Unione Europea in questo?

Perché è stata intrapresa questa azione?

L’Italia ritiene che l’UE non risponda alla crisi migratoria e trasferisca la responsabilità ai paesi del sud: Italia, Spagna, Grecia e Malta. Il fatto che il Paese sia disposto a compiere passi così senza precedenti è un messaggio di avvertimento per Bruxelles. Vale la pena ricordare che una delle promesse elettorali della Meloni era quella di porre fine all’immigrazione clandestina. A scatenare l’adozione di misure così drastiche come lo stato di emergenza è stato l’arrivo sulle coste italiane negli ultimi giorni di oltre 3.000 persone (finora quest’anno più di 30.000 persone). Questa misura straordinaria è stata utilizzata 128 volte negli ultimi 20 anni, ma questa è la prima volta che viene applicata in materia di immigrazione, poiché di solito viene applicata solo in caso di catastrofi naturali.

Implicare?

Lo stato di emergenza significa che l’amministrazione Meloni può prendere decisioni e approvare azioni senza consultare il Parlamento. Questa politica sarà attuata su tutto il territorio nazionale per sei mesi e una delle conseguenze più dirette è quella apertura di un nuovo centro per i rimpatri per agevolare l’espulsione. L’esecutivo vuole dare l’impressione che stia lavorando sulla questione migratoria, soprattutto dopo aver ricevuto numerose domande da parte del governo. drammatico naufragio in Calabria, lo scorso febbraioin cui morirono 91 rifugiati.

Quali altre decisioni ha preso la Meloni a riguardo?

Diversi giorni prima del naufragio – avvenuto a soli 150 metri dalla costa – il Governo aveva approvato un decisione di complicare gli sforzi di salvataggio in mare da parte delle ONG. E, nel novembre dell’anno precedente, la Meloni aveva sfidato l’UE rifiutando di dare porto a diverse navi che trasportavano centinaia di migranti che erano salpati senza provviste. Vale la pena notare a questo punto che uno degli artefici della politica di chiusura dei porti è stato il vicepresidente dell’attuale governo, Matteo Salvini. Il Tribunale di Palermo, infatti, ha in corso un processo contro Salvini per aver impedito lo sbarco di decine di migranti salvati dalla ONG Open Arms per quasi 20 giorni nell’agosto 2019, quando era ministro dell’Interno.

Cosa sta facendo l’Europa riguardo alla crisi migratoria?

In realtà, non molto. Tre anni fa la Commissione ha presentato una proposta per Patto europeo su migrazione e asilo per trovare una soluzione, ma ciò richiede tre anni congelato. L’Europa non è in grado di fornire soluzioni ai paesi più colpiti dagli arrivi e allo stesso tempo di proteggere i migranti. Dietro questa paralisi c’è a profonda divisione di opinioni tra tutti gli Stati membri su come affrontare la questione. Alcuni paesi sostengono severi controlli alle frontiere mentre altri sono più propensi ad accoglierli favorevolmente. Inoltre, vari fattori hanno approfondito queste divisioni a partire dalla guerra Ucraina – che, paradossalmente, dimostra che l’UE è capace di mobilitarsi in breve tempo per accogliere chi fugge dal Paese – all’emergere di esecutivi conservatori in paesi tradizionalmente aperti all’immigrazione, come è il caso dell’Italia ma anche dei paesi nordici, ad esempio Danimarcache mira a non accogliere i richiedenti asilo.

L’Italia è davvero in una situazione di emergenza?

Dall’inizio del 2023, gli arrivi di migranti in Italia sono stati un totale di 31.000 migranti, quasi quattro volte di più rispetto ai quasi 8.000 migranti arrivati ​​nello stesso periodo del 2022, secondo il conteggio ufficiale. La cosa più complicata in questo momento è sull’isola di Lampedusa in Sicilia. Lì, il centro di accoglienza può ospitare circa 1.200 persone, ma può accoglierne solo circa 400. Dobbiamo però guardare questi dati in prospettiva e ricordare che le situazioni non sono le stesse. simile al 2015 e rispetto ad altri Paesi l’Italia non vive una situazione così drammatica.

Cosa è successo nel 2015 e perché non può essere paragonato?

Nel 2015, più di un milione di rifugiati sono arrivati ​​in Europa, la maggior parte in fuga dalla guerra Siria. “Non c’è emergenza e l’unico problema è la mancanza di una pianificazione mirata retorica sull’invasione del carburante elettoralmente efficace», si è scagliato ieri sul suo profilo Twitter Felipe Miraglia, responsabile dell’immigrazione dell’associazione sociale Arci. Secondo dati dell’OIM e della Commissione Europea, l’accoglienza dei rifugiati grava molto sui Paesi in via di sviluppo. Turchia, Pakistan, Libano e Uganda sono i paesi al mondo che ospitano il maggior numero di rifugiati.

Un’ultima nota. In un’analisi del Parlamento europeo del giugno 2021 intitolata “L’impatto della disinformazione sui migranti nell’UE”, gli autori hanno analizzato le notizie sui migranti in Italia e hanno concluso che la maggior parte Vengono presentati come minacce economiche, sanitarie o addirittura criminali. I dati contraddicono queste accuse. Negli ultimi dieci anni, nonostante la presenza di stranieri in Italia sia leggermente aumentata, il numero assoluto di stranieri detenuti e il tasso di arresti sono diminuiti. Inoltre, nel 2021, e secondo i dati di Oxfam Italia nel dicembre 2022, c’erano 53.610 persone che hanno richiesto asilo in Italia, ovvero lo 0,09% della popolazione. Spagna, Francia e Germania hanno ricevuto un numero molto più elevato di domande di asilo (in Germania il numero è stato quasi quattro volte superiore, più di 190.000 domande).

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Alberto Baroffio

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