In Italia come in Francia “nessuno vuole più lavorare in cucina”

Preoccupa la carenza di manodopera nella ristorazione italiana. Pacific Press/Sipa USA tramite Reuters Connect

VISTA DA ALTRI LUOGHI – Tra tre mesi saranno 67.000 i posti vacanti nei ristoranti. Sulle origini dell’esodo della gioventù dalla fornace: salari bassi, orari estenuanti e contratti illeciti. Non ha nulla a che fare con il reddito di cittadinanza.

di Viola Giannoli (La Repubblica)

Nessuno vuole più lavorare in cucina. “.” Sono mesi che cerco un cuoco, non riesco a trovarlo “.” I giovani non vogliono provare, preferiscono reddito di cittadinanza. Le denunce dei ristoratori, che sono pronti ad assumere chi cucinerà, sono aumentate di nuovo. È colpa dell’assistenza sociale, della nuova generazione? O dovremmo designare stipendi, prospettive e formazione?

brigata di cucina

Secondo i dati della Fipe, Federazione italiana del settore horeca (alberghi, ristoranti, caffè), l’Italia conta 196.000 ristoranti, di cui 317.000 persone lavorano in cucina: chef, sous chef, chef de partie, impiegati, aiutanti di cucina, il tutta la gerarchia è ormai nota al pubblico grazie al cooking show. Nei due anni della pandemia sono andati perduti decine di migliaia di posti di lavoro (e 21 miliardi di entrate), la metà dei quali a tempo indeterminato.

Chi è andato?

Confcommercio, Confederazione…

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Fedele Golino

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