Il passaggio ai diritti politici in Europa – Esclusivo

In Germania, l’elezione dei consiglieri AfD nel distretto della Turingia è stata controversa. Ma in tutta Europa c’era un movimento a destra e verso il nazionalismo.

La Spagna era qualcosa come l’ultimo baluardo di sinistra in Europa, ma è caduta un mese fa: alle elezioni regionali e comunali, le truppe del primo ministro, Pedro Sánchez, che hanno chiesto elezioni anticipate, sono state severamente punite. I vincitori sono stati i conservatori del Partito Popolare (PP), con la sua nuova stella, Isabel Díaz Ayuso, a Madrid. Ma soprattutto si rafforza il partito Vox, che potrebbe in futuro cogovernare i vari comuni e le regioni autonome.

Non è un caso che tra i primi a congratularsi con Vox ci sia stato Viktor Orbán, felice che la “riconquista della destra” spagnola avanzasse.

Ungheria: l’esempio di Orbán

Il primo ministro ungherese ha dato il tono per una svolta europea a destra. Nell’aprile 2022 ha ottenuto un quarto mandato consecutivo, nonostante l’opposizione si fosse mobilitata alle elezioni.

Orbán e il suo partito nazionalista di destra Fidez hanno proclamato nel 2014 una “democrazia illiberale” seguendo il modello russo. Da allora, i toni xenofobi sono entrati a far parte del suo programma di governo. Ha giustificato il suo rifiuto di accogliere i rifugiati affermando che gli ungheresi “non vogliono essere di razza mista” e che i paesi multiculturali dell’Europa occidentale “non sono più una nazione”.

Francia: progressi della Le Pen

Dopo la vittoria elettorale di Orbán, Marine Le Pen ha immediatamente inviato le sue congratulazioni a Budapest. Il suo partito del Gruppo Nazionale (RN) ha notevolmente incrementato i suoi risultati nelle elezioni parlamentari di un anno fa e il leader persegue instancabilmente il suo progetto a lungo termine: arrivare all’Eliseo.

La prossima tappa del suo viaggio: la vittoria alle elezioni del Parlamento europeo nel 2024. Un obiettivo che non sembra più impossibile da raggiungere, visto che, negli ultimi dieci anni, sempre più francesi sono di destra.

Italia: Meloni e le ombre del fascismo

Giorgia Meloni non ha bisogno di grandi aperture; Il suo partito di destra radicale con radici fasciste “Fratelli d’Italia” è emerso quasi dal nulla e, con la sua vittoria alle elezioni parlamentari del settembre 2022, lo ha nominato Presidente del Consiglio d’Italia.

Lo scudo festivo presenta fiamme verdi, bianche e rosse che, a destra dell’Italia, rappresentano la fiamma eterna trovata nella tomba di Mussolini. Meloni, che ha iniziato la sua carriera politica in un’organizzazione giovanile neofascista, ha detto del Duce che era una “personalità complessa, che va vista nel contesto”.

“Democratico svedese”

Jimmie Åkesson, d’altra parte, ha dovuto fare molta strada a destra. In gioventù, il capo dei “Democratici svedesi” di destra populista era considerato un moderato. Il partito, fondato nel 1988 da membri di circoli di destra, lo scorso anno è diventato la seconda forza politica del Paese.

Da allora hanno circondato il governo di centrodestra di slogan ostili all’immigrazione e all’islam. Per Åkesson, i musulmani sono “il più grande pericolo per la Svezia dalla seconda guerra mondiale”.

Finlandia: ridurre l’immigrazione

In Finlandia, il Partito finlandese è riuscito a raggiungere il governo, con una coalizione a quattro partiti. Il partito di destra populista ha vinto sette ministeri. Il suo capo, Riikka Purra, voleva spostare il paese a destra con un “cambio di paradigma” sull’immigrazione. Ha proposto di ridurre la quota di immigrati a 500.

Slovacchia: Neonazisti in Parlamento

Purra è un moderato rispetto a Marian Kotleba, capo del partito neofascista L’SNS, che è uno dei neonazisti più radicali in Slovacchia. Quest’uomo, che i suoi seguaci chiamano il “Führer” e che si batte specificamente contro Rom, ebrei e omosessuali, è stato condannato nel 2022 per aver promosso un’ideologia che minaccia la democrazia, e deve rinunciare al suo seggio nel Parlamento nazionale.

Il suo partito ha vinto l’8% alle elezioni parlamentari del 2020.

Grecia: risultato a destra

Il primo ministro conservatore Kyriakios Mitsotakis ha vinto le elezioni domenica (25/06/23), ma c’è stato uno spostamento a destra in Grecia: i populisti di estrema destra Elliniki Lysi (soluzione greca), l’ultranazionalista e ultrareligioso Niki ( Victory) e Spartans, successori del partito neonazista Alba Dorata bandito nel 2020, hanno ottenuto collettivamente quasi il 13% dei voti per il Parlamento.

Alberto Baroffio

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