Il parlamento italiano indaga sulla propaganda russa nei media

Veduta generale dell’interno del Parlamento italiano a Roma

La Commissione parlamentare per la sicurezza repubblicana (COPASIR), organo parlamentare italiano incaricato di sovrintendere alle attività dei servizi di intelligence, aprirà un’indagine sulla presenza di messaggi propagandistici a sostegno della Russia e del suo presidente, Vladimir Putin, alla televisione italiana.

La decisione, spiegata dal presidente dell’agenzia, Adolfo Urso, è arrivata dopo intervista in rete televisiva Rete4Canale Mediadet, al ministro degli Esteri Sergei Lavrov, che ha suscitato molte critiche.

Un’indagine in Italia sull’esistenza di messaggi di propaganda su vari media a sostegno del presidente russo Vladimir Putin e che giustificano l’invasione dell’Ucraina, sarà condotta in una commissione composta da direttori della televisione pubblica, RAIe l’Autorità per la garanzia delle comunicazioni (Agcom).

Urso ha precisato che “l’intervista a Lavrov, per il modo in cui è successo e per le montagne di bugie che ha pronunciato”, ne è stata la prova. “Abbiamo evidenziato nella nostra relazione al Parlamento il modo in cui la Russia sta agendo per condizionare le democrazie occidentali, utilizzando la disinformazione come uno dei suoi strumenti principali, come la guerra informatica e lo spionaggio”, ha assicurato.

Lavrov ha giustificato l’invasione dell’Ucraina e ha paragonato il presidente ucraino Volodimir Zelensky ad Adolf Hitler a causa delle sue “origini ebraiche”.

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov

La presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ha definito le affermazioni del ministro degli Esteri russo Lavrov “deliranti e pericolose” e ha ricordato che erano “la base della moderna letteratura antisemita creata nella Russia zarista”. Anche il ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid, ha sottolineato che si tratta di un’affermazione “imperdonabile e oltraggiosa” e di un “terribile errore storico”.

Intanto il direttore generale dell’Informazione di Mediaset, Mauro Crippa, ha definito “deliranti” anche le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, ma ha sottolineato che sono “molto importanti perché confermano chiaramente la mancanza di volontà di Putin di raggiungere una soluzione diplomatica alla guerra della Russia contro l’Ucraina “Qualunque cosa tu pensi, oggi sappiamo di più sulla Russia e sui suoi governanti”, ha difeso in una nota.

“L’intervista al ministro degli Esteri russo è un documento che ritrae la storia contemporanea. Consigliamo ai critici di guardare i programmi di rete, i telegiornali e gli speciali di Mediaset sulla guerra in Ucraina. Sarebbero facilmente giunti alla conclusione che l’azienda era chiara su chi lo voleva e ha iniziato questo conflitto”. stato convincente.

Allo stesso modo difende il “pluralismo informativo” e “le regole del buon giornalismo” che, dice, “consigliano sempre di ascoltare tutte le voci, anche le più controverse e divisive”.

“Ma questo, come nel nostro caso, non significa condividerlo. I nostri corrispondenti nelle zone di guerra rischiano la vita ogni giorno per riferire di questo orribile conflitto, senza buttare via la propaganda di guerra e mostrare le immagini dei crimini commessi”, ha concluso.

(Con informazioni da Europe Press)

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Elena Alfonsi

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