Deportazione dei massoni nell’Italia fascista

La questione della massoneria italiana e del fascismo è di grande interesse, come si è visto Aldo Molalasciando miti e leggende, a riguardo. mussolini non aveva intenzione di sviluppare una politica intensamente repressiva contro la Massoneria, ed era molto diverso da ciò che Franco fece in Spagna, dove, come è noto, condusse una persecuzione ossessiva, sistematica ed estremamente crudele dei Massoni.

Senza discostarci dagli insegnamenti di Mola, abbiamo trovato testimonianze della persecuzione, e vorremmo condividerle con i nostri lettori in questo breve articolo. Il bollettino del Grande Oriente di Spagna fa eco al “Diario de Colonia”, che sembra affermare che la deportazione dei massoni continua. Sono stati deportati a Giuseppe Meoni, già Vice Gran Maestro e Gran Segretario del Grande Oriente, anziano, in pensione dalla vita pubblica.

La pubblicazione descrive in dettaglio il metodo di espulsione. Il deportato è stato trattenuto nella prefettura della città dove abitava dove è comparso davanti a una specie di commissione composta dal prefetto, dal questore, dal segretario locale del Fascio e da un avvocato del ministero dell’Interno. Accuse di aver collaborato o essere associato all’emigrazione antifascista e conseguente deportazione nell’isola di Lipari.

In un anno furono eseguite circa 1.200 condanne, con esilio non solo a Lipari, ma anche in altre isole.. E la notizia offende esponenti politici di spicco, intellighenzia, ex fascisti o personaggi che ostacolano alcuni funzionari. Il trasporto è stato effettuato su rotaia in manette o in catene ai piedi. Accadde così che nell’isola di Lipari ci fossero anche delinquenti comuni.

Testimonianza personale da Francesco Nitti, nipote di un ex politico e presidente del Consiglio dei Ministri, ed è stato pubblicato da vari giornali inglesi e americani. Infine, accenno alla deportazione del Gran Maestro Domizio Torrigiani, e la sua segretaria. Ma tutte queste informazioni sulle deportazioni si collegano a quanto subiscono gli altri personaggi a causa delle loro idee politiche e della loro opposizione più o meno attiva al fascismo, cosicché la tesi di Mola sarà confermata, cioè non ci sarà una specifica politica sistematica contro la Massoneria , anche contro la Massoneria. particolare carattere massonico a causa della sua importanza o significato politico o pubblico. Pertanto, la situazione dell’Italia non sarà paragonabile, figuriamoci quella della Spagna.

La nostra fonte principale è il Boletín del Grande Oriente Español del 10 novembre 1930, che può essere consultato nell’archivio digitale dei giornali della Biblioteca Nazionale. A questo proposito, i lettori in lingua spagnola possono consultare la citata opera di Aldo Mola, uno dei massimi specialisti della Storia della Massoneria italiana, intitolata “Massoneria e Fascismo in Italia (1917-1943)”, pubblicata in REHMLAC, Vol. . .8, n. 2, dicembre 2016 – aprile 2017/1-13, e a cui possiamo accedere online.

Alberto Baroffio

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