La Cina ha promosso la Belt and Road prima dell’Italia, che potrebbe non rinnovare il patto

Il ministro degli Esteri cinese sta cercando di convincere il suo omologo italiano dei benefici della “Belt and Road Initiative”, il progetto di punta del presidente Xi Jinping che prevede la costruzione e il finanziamento di progetti infrastrutturali, mentre Roma studia se l’accordo sarà rinnovato.

Lunedì, in un incontro, Wang Yi ha detto ad Antonio Tajani che il commercio bilaterale è aumentato da 50 miliardi di dollari a quasi 80 miliardi di dollari, e che le esportazioni italiane verso la Cina sono aumentate di circa il 30% negli ultimi cinque anni.

Sebbene le cifre non siano state confermate, il governo conservatore italiano ha messo in dubbio i benefici dell’accordo.

Nel 2019, l’Italia è diventata l’unico Paese europeo ad aderire a questa iniziativa sotto la guida del Primo Ministro Giuseppe Conte, e non si prevede che venga prorogata alla fine di quest’anno.

Secondo l’agenzia di stampa ufficiale cinese, i rapporti tra i due paesi.

“L’Italia sostiene il dialogo con Pechino anche a livello dell’Unione europea, e un dialogo aperto e onesto sui principi e sui diritti”, ha detto Tajani, secondo l’agenzia di stampa italiana ANSA.

La Cina presenta la sua “Belt and Road Initiative” come un successo nella costruzione di infrastrutture nei paesi sottosviluppati. I critici hanno sottolineato che aveva costruito progetti dispendiosi in paesi che avevano bisogno di sradicare la povertà e i servizi di base, e il governo ha dovuto affrontare un grande scetticismo nel contrattare con le banche statali cinesi con contratti tenuti segreti.

Elena Alfonsi

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