La festa è finita. Dopo un mese in cui tutta l’attività politica italiana ruota attorno all’elezione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha prestato giuramento per la seconda volta con una magnifica cerimonia alla Camera dei Deputati dove ha chiesto che la dignità dell’Italia si riprenda dalla la crisi. E questo vuol dire che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è tornato al lavoro: i partiti italiani hanno deciso che era meglio che il Paese continuasse a guidare le riforme necessarie per il piano di ripresa in capo all’Esecutivo.
Il cambio di scena è stato evidenziato dalla serie di atti annunciati questa settimana dopo la lentezza. Draghi non ha perso tempo e la prima cosa che ha fatto lunedì è stata chiamare i suoi ministri ad adottare nuove misure sanitarie, come l’estensione delle mascherine stradali fino all’11 febbraio o l’estensione della chiusura dei locali notturni. Inoltre, li ha accelerati per mostrare i compiti in ciascuno dei portafogli per soddisfare, entro il 30 giugno, i 45 obiettivi del piano europeo per ricevere un altro pacchetto di 24.100 milioni di euro.
Anche sulla sinistra non stanno meglio, con una battaglia feroce tra Di Maio e Conte nel M5E
Tuttavia, l’ex presidente della Banca centrale europea non è stato affatto facile. L’eredità delle difficili trattative per rieleggere alla fine Mattarella è un panorama politico profondamente fratturato, qualcosa che potrebbe minacciare la stabilità dell’Esecutivo nei mesi a venire. Le unità di governo hanno sofferto questa settimana, quando la Lega, che ha tre ministri nel governo, ha rifiutato di accettare nuove disposizioni sulla quarantena nelle scuole perché ritenevano che discriminassero i bambini non vaccinati.
A breve, Draghi ha beneficiato dell’elezione di Mattarella poiché è diventato chiaro che non era possibile alcuna alternativa al suo governo. Ma l’anno successivo la legislatura terminò e cominciarono a svilupparsi i nervi pre-elettorali. Il presidente del Consiglio dovrà godere di un panorama relativamente tranquillo fino all’estate per far rispettare il suo ordine. Poi partirà la campagna e nemmeno Draghi potrà garantire che non si svilupperanno più crisi.
I ministri della Lega si sono ribellati rifiutandosi di votare sulle disposizioni sanitarie
La prima vittima collaterale è stata la coalizione di destra, composta dalla Liga di Matteo Salvini, dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e da Forza Italia di Berlusconi. Meloni, l’unico contrario al voto per Mattarella, ritiene morto il blocco che co-governa gran parte del Paese, gran parte del consiglio comunale e che in teoria dovrebbe coesistere alle prossime elezioni politiche. Per cercare di metterlo all’angolo, Salvini ha proposto questa settimana la formazione di una federazione con i berlusconiani per avere più peso nell’Esecutivo, una nuova coalizione sullo stile del modello americano.
I primi sondaggi dopo le presidenziali hanno mostrato che la Fratellanza italiana otterrebbe più voti (18,5%) rispetto alla Lega (17,2%). Brutte notizie per Draghi. Tutto fa pensare che Salvini continuerà il suo capriccio populista per prendere le distanze da Meloni.
Salvini ha annunciato una federazione di destra per competere con i Fratelli d’Italia
Anche a sinistra le cose non migliorano. Le elezioni presidenziali hanno messo in luce la fragile alleanza tra il Partito Democratico (PD) e il Movimento 5 Stelle (M5E). In griglia c’è una guerra aperta tra Luigi di Maio, il ministro degli Esteri, e il leader del partito, Giuseppe Conte, cosa che, secondo alcuni analisti pessimisti, potrebbe indurre alcuni partiti a lasciare l’Esecutivo.
“Saranno mesi difficili”, ha predetto un rappresentante del Pd dopo che Mattarella ha prestato giuramento. “Draghi vuole essere presidente e ha commesso un grave errore non facendo capire chi gli succederà come presidente del Consiglio. È stata colpa sua”.
Non a caso, con un’agenda che lo attende, l’ex banchiere vuole essere nominato capo dello Stato. All’orizzonte le riforme pensionistiche e fiscali, che aumenteranno la divisione ideologica nell’Esecutivo. Questa deve essere una delle poche volte in cui qualcuno ha preso il lavoro che volevi. In quel caso era stato sconfitto.
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