un deputato di destra ha colpito alla testa un altro esponente del M5S

Igor Iezzi, rappresentante della Lega italiana guidata da Matteo Salvini, mercoledì ha ripetutamente colpito il deputato con un pugno in testa Leonardo Donno, esponente del Movimento 5 Stelle (M5S), durante un’audizione al DPR sulla legge sull’autonomia regionale differenziata.

L’aggressione è avvenuta mentre Donno stava per consegnare la bandiera italiana al ministro delle Regioni e delle Autonomie Roberto Calderoli. chiaramente in disaccordo con la leggeLo riferisce il quotidiano ‘La Repubblica’.

Dopodiché diversi deputati della Lega e, secondo il M5S, di Fratelli d’Italia, hanno attaccato Donno, che devono essere allontanati dalla camera su sedia a rotelle dopo essere caduto a terra a causa di calci e pugni.

“L’aggressione avvenuta alla Camera contro Leonardo Donno è stata una un fatto gravissimo e imbarazzante. “I nostri deputati volevano solo consegnare la bandiera italiana al ministro Calderoli, quando questi è stato aggredito dalla maggioranza dei parlamentari, compresi esponenti della Lega di Iezzi, ha ricevuto colpi ed è finito a terra”, si legge in una nota del partito.

L’ex premier italiano Giuseppe Conte, leader del M5S, ha condannato l’attacco al social network X. “Hanno attaccato il nostro Leonardo Donno perché ha portato il tricolore al ministro Calderoli, perché diciamo no alla spartizione dell’Italia “firmato da Meloni, Salvini e Tajani”, ha sottolineato.

Dopo l’aggressione Iezzi si è difeso. “Ho provato a colpirlo, ma non ci sono riuscito. “Donno ha cercato di aggredire Calderoli e io ho reagito”, ha detto, aggiungendo che “non c’è stata violenza fisica”, riferisce l’agenzia AdnKronos.

Tuttavia, le risse non furono l’unica cosa che accadde in quella sessione. Il Presidente del Consiglio, Lorenzo Fontana, ha espulso il rappresentante della Lega calabrese, Domenico Furgiueledopo aver fatto un segno con la mano davanti al banco dell’opposizione in rappresentanza della Decima Flottiglia MAS, unità della Marina nata durante il regime fascista.

Alberto Baroffio

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