MADRID, 27 gen. (STAMPA EUROPA) –
Il giornalista Álvaro Sánchez León assicura nel libro ‘Emeritus. Rifacendosi a Ratzinger’ (Word Edition), quel Georg Gänswein, segretario particolare del papa emerito per quasi 20 anni, è stato un “solido ponte di pietra” tra i due Papi.
«Tra Francesco e Benedetto XVI c’è stato monsignor Georg Gänswein, un solido ponte di pietra», sottolinea Sánchez León nel libro, arrivato nelle librerie spagnole il 13 gennaio, giorni dopo la divulgazione delle memorie di papa Francesco. ha suscitato polemiche per alcune delle rivelazioni che ha fatto, come lo “shock” che le ha provocato quando Francesco l’ha rimossa dall’incarico di prefetto della Casa Pontificia per dedicarsi alla cura di Benedetto XVI.
Sánchez León ritiene che il segretario particolare del papa emerito “abbia ferite vere, si è sentito a un certo punto maltrattato dai suoi superiori in Vaticano e lo ha detto”, ma ritiene che questo rappresenti “il 2%” del libro e che il il resto ha a che fare con “l’unità”.
In un’intervista a Europa Press, il giornalista ha assicurato che Georg Gänswein è “la figura migliore per spiegare il ponte tra i due papi”, papa Francesco ed emerito. “Gänswein merita una statua in Piazza San Pietro perché è servito da ponte in un momento strano della storia della Chiesa”, ha affermato.
Tuttavia, era certo che nella mente di Benedetto XVI “nessun pensiero avrebbe distrutto l’unità con il Papa e con la Chiesa”. Lo dimostrava, a suo avviso, la sua rinuncia al monastero Mater Ecclesiae con la missione di “pregare per il Papa e per l’unità della Chiesa”, passando al “secondo grado al quale acconsentì di sua spontanea volontà” . “Le sue dimissioni sono state un innesco per molte persone a credere nella vera fede”, ha sottolineato.
40 SUONI PER CREARE UN RITRATTO UMANO
Nel suo libro ‘Emerito. Replaying Ratzinger’, Sánchez León raccoglie testimonianze e dichiarazioni da 40 voci, da cardinali, sostenitori vaticani, persino lo stesso Georg Gänswein, compresi quelli che hanno avuto a che fare con lui nella sua vita quotidiana prima di diventare Papa, come il suo calzolaio, sarto o il tuo fornaio.
Nelle parole dell’autore, si tratta di “un rapporto molto ampio che esamina il profilo umano di Joseph Ratzinger dal momento della sua morte fino alla sua nascita”, cioè “al contrario”, spiegando “perché è così, perché è pensa come pensa e perché è così.” una delle persone più influenti nella Chiesa contemporanea e in questo secolo”.
Tra le altre voci, hanno notato il direttore della comunicazione vaticana durante il pontificato di Benedetto XVI, Federico Lombardi; cardinali come Julián Herranz, Carlos Osoro e Angelo Scola; vescovi come Mario Iceta e Juan Antonio Martínez Camino; Fernando Ocáriz, amministratore dell’Opus Dei; personaggi politici di rilievo, come Paco Vázquez, ex ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, o l’ex presidente del Senato italiano, Marcelo Pera.
Alla fine, secondo gli autori, ne è risultato un “ritratto impressionista” di qualcuno che “non aveva niente a che fare con” il volto presentato dai media. Include infatti nel libro un capitolo del “mea culpa internazionale dei giornalisti onesti” che “negli anni e soprattutto, dopo le loro dimissioni, si sono resi conto di non fare un buon lavoro”.
DEVI LEGGERE PER CAPIRE
Secondo Sánchez León, a questo ritratto contribuisce il fatto che Benedetto XVI succede a Papa Giovanni Paolo II che è la “stella della comunicazione”. Ratzinger, invece, è una persona “timida”, con “relazioni brevi”, che dà “poco gioco in senso fotogenico”, un “accademico che si esprime meglio con le parole”. “Bisogna leggere Ratzinger per capirlo”, precisa.
A differenza dei volti dipinti su questi media, gli autori del libro assicurano che Benedetto XVI è “modesto e trasparente, intelligentissimo, il Papa della verità all’inizio della post-verità”, “compassionevole, con tanti amici, di fortissima apertura intellettuale , che trascendendo l’etichetta di papa conservatore, aprendo un dialogo con persone che sono agli antipodi nel loro modo di intendere il mondo”; Insomma, il dato è “molto più interessante di quanto appaia sui media”.
Tra le 40 interviste che ha raccolto in questo libro, Sánchez León mette in evidenza la testimonianza di persone anonime, come calzolai o sarti, dai quali traspare «l’affetto che avevano per il papa emerito, come se fosse parte della loro famiglia, che ha rotto il cliché del ghiacciolo”. Per il resto, ha evidenziato che tutti erano concordi nell'”affermare senza alcuna sfumatura” che egli era “il teologo del XX secolo, il futuro Dottore della Chiesa”.
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