Silvio Berlusconi è morto questo lunedì all’età di 86 anni, lasciandosi alle spalle una lunga carriera nella politica e negli affari italiani degli ultimi 50 anni.
Oggi tutti, compresi i suoi avversari politici, applaudono la sua figura e ciò che significa per il Paese. Ha cambiato il modo di fare politica e influenza la società italiana di oggi. Un uomo indipendente che ottiene tutto in TV, nello sport e con le sue festeForzaItalia.
Milanese fino in fondo, figlio di un impiegato di banca della classe media che ha iniziato a cantare sulle navi da crociera, ha intrapreso un’ascesa fulminea nella carriera imprenditoriale fondando la sua prima impresa di costruzioni all’età di 25 anni. Negli anni ’70 avvia un’emittente televisiva via cavo in uno dei quartieri milanesi che costruisce e realizza il proprio televisore. “Canale 5”.
Nel 1978 ha fondato fininvest, la holding della famiglia Berlusconi che attualmente controlla uno dei gruppi di comunicazione più potenti d’Europa. Appassionato di calcio, una delle sue passioni, acquistò il Milan negli anni ’70, facendo del club una delle migliori squadre europee. Era anche il suo trampolino di lancio politico.
Nel 1993 ha fondato il partito ForzaItalia da dove ha promesso di guidare il paese perché ha gestito la sua azienda. E ne era convinto: nello stesso anno ha vinto le elezioni e ha formato tre volte un governo di coalizione. Il suo secondo mandato, poco più di cinque anni, è un’eccezione in un Paese abituato a governi brevissimi. Nel 2012, un anno dopo il suo ritiro, è arrivato la sua prima e unica convinzione: quattro anni di carcere per frode fiscale. Non è andato in carcere e ha scontato la pena in un centro sociale che si prende cura dei malati. Già nel 2018 un giudice gli ha tolto l’interdizione, che gli ha permesso di essere eletto eurodeputato all’età di 82 anni. Allora è stato eletto un senatore, carica che ha ricoperto fino all’ultimo giorno, essendo il suo partito parte della coalizione di governo da lui guidata. Giorgia Meloni.
Tracce che hanno segnato l’intero Paese
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L’ex premier non solo ha avuto una delle carriere politiche più lunghe della storia italiana. Berlusconifondatore di Forza Italia, è sopravvissuto tre volte capo del governo: tra maggio 1995 e gennaio 1995, tra giugno 2001 e maggio 2006 e tra maggio 2008 e novembre 2011.
Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29 settembre 1936, dove morì. A 86 anni è ancora una figura importante della politica italiana, con la quale ha governato sostegno della maggioranza del pubblico. Fondatore e presidente del gruppo mediasetÈ anche proprietario di due squadre di calcio, AC Milan E Monza.
Lui l’ex primo ministro italiano, è l’uomo più ricco del Paese, secondo Forbes, ha fondato negli anni ’70 il canale televisivo locale Telemilano, da dove è arrivato per creare una rete nazionale di canali e poi un impero mediatico. Con Mediaset e le sue affiliate estere si conclude la linea di acquisizione, vendita e apertura di nuovi mezzi televisivi e stampa scritta.
Maestro dello spettacolo, ha fondato La Cinq, il primo canale privato gratuito della Francia, che è fallito per mancanza di pubblico, e ha acquisito partecipazioni nei canali francesi Chain e Cinéma 5.
Inoltre, possiede la più grande società pubblicitaria italiana e ha acquistato Telecinco nel 2002. Il suo impero, tuttavia, si estende alla stampa scritta. Negli anni ’90 assume la presidenza del gruppo Mondadori, diventando direttore del quotidiano ‘La Repubblica’ e dei settimanali ‘L’Espresso’, ‘Epoca’ e ‘Panorama’.
Silvio Berlusconi, l’unico sogno irrealizzato de Il Cavaliere
Dopo il successo dei suoi primi passi nel mondo degli affari, Berlusconi ha ottenuto il soprannome ‘Il Cavaliere’, deciso di dare buttarsi in politicache gli ha permesso di entrare a Palazzo Chigi nel 1994, 2001 e 2008, considerato da molti un’anomalia democratica e un simbolo della nuova politica italiana.
Anche il suo gruppo è un membro del flusso governo di coalizione di destrainsieme alla Liga Matteo Salvini e Fratelli Italiani di Giorgia Meloni.
Berlusconi è rimasto sotto i riflettori mediatici fino alla fine: alle ultime elezioni era tornato senatore, ignaro delle polemiche giudiziarie, imprenditoriali e personali che lo avevano tormentato per gran parte della sua carriera politica. Nonostante il suo carisma per entrare in empatia con la maggioranza, l’uomo che definisce l’Italia del XXI secolo non ha realizzato nessuno dei suoi sogni diventare Presidente della Repubblica.
La classe politica italiana saluta ora l’ex presidente del Consiglio che tutti concordano nel ricordare come un personaggio storico dell’Italia, un Paese che per molti non si può descrivere senza politici con queste caratteristiche.
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