La “questione morale” in politica è esplosa di nuovo in Italia, questa volta a causa di uno scandalo di corruzione nel partito di maggioranza di sinistra.
C’era una volta quella che si chiamava “diversità morale”, un fattore identitario rivendicato con orgoglio dai militanti del Partito Comunista Italiano e della sinistra in generale. Sull’eterna “questione morale”, sul mito della “diversità morale”, secondo il leader storico del PCI, Enrico Berlinguer (L’11 giugno ricorre il 40esimo anniversario della morte), si torna a parlare anche oggi dello scandalo di corruzione che ha colpito il Partito Democratico, la maggioranza dell’opposizione e riferimenti alla sinistra, con infiltrazioni mafiose e compravendite straordinarie di voti luogo a Torino e Bari, capoluoghi rispettivamente delle regioni Piemonte e Puglia.
Le indagini giudiziarie hanno rivelato un clientelismo radicato all’interno del PD, una formazione di sinistra in cui dodici sette convivevano con poca armonia. La definizione di clientelismo contenuta nel dizionario RAE si adatta perfettamente al PD: “La pratica politica di acquisire e mantenere il potere garantendo lealtà in cambio di favori e servizi”.
A Torino il capogruppo del gruppo democratico al Parlamento regionale, Raffaele Gallo, si è dimesso perché il padre Salvatore, 85 anni, noto socialista, è indagato per corruzione. Quello La Direzione antimafia e la Procura hanno chiesto il suo arresto, con l’accusa di presunti atti criminali: appropriazione indebita di fondi, estorsione e violazione del regolamento elettorale. Questi potenti politici del PD sono ancora in grado di selezionare i membri del consiglio e di esercitare pressioni sul consiglio di amministrazione dell’azienda. Leggere l’indagine del giudice sembra straordinario. Salvatore Gallo, detto il ‘re della Sitaf’, il concessionario delle autostrade (soprattutto della A32 Torino-Bardonecchia), di cui è direttore, ha ancora molte tessere per la libera circolazione sulle strade a pedaggio. . «Questo gli permette di coltivare sempre rapporti che hanno interesse a ottenere favori e anche voti», ha spiegato il giudice.
Salta il pedaggio
Un gran numero di professionisti (medici, impiegati amministrativi, giornalisti e politici) hanno fatto la corte al “re Sitaf”, secondo documentazione della Procura di Torino. Ad esempio, il 2 aprile 2021 Gallo ha contattato il Dott. Maria Rosa Conte, direttrice del reparto di Cardiologia dell’Ospedale Mauriziano Umberto I e docente alla Facoltà di Medicina e Chirurgia del San Luigi di Orbassano: “L’ho chiamato per fargli gli auguri e dirgli che per quest’anno lo hanno portato (la tessera per evitare il pedaggio). Quindi se le serve la tessera per l’autostrada…”, ha detto al telefono Salvatore Gallo. Il professore e il direttore sanitario hanno subito risposto: “E mi dica lei quando ha delle necessità, per te e tua moglie. Vieni quando vuoi Non ha pagato niente, questo è chiaro.
A Bari la Procura ha aperto due indagini su infiltrazioni di cosche mafiose nelle aziende di trasporti cittadine
Uno scandalo simile si è verificato anche a Bari, capoluogo della Puglia, dove si compravano voti per 50 euro o per ottenere favori. La Procura ha aperto due indagini: una su infiltrazioni di clan mafiosi nelle aziende di trasporti cittadine, con arresti consigliere Carmen Lorusso e suo marito; Una seconda indagine ha rivelato la corruzione elettorale, che ha permesso di comprare voti per 50 euro, e che ha costretto alle dimissioni il ministro regionale dei Trasporti del PD, Anita Maurodinoia, che faceva parte del governo regionale guidato da un leader di spicco del PD, ex giudice Michele Emiliano.
Questo scandalo ha avuto conseguenze immediate, poiché il Movimento 5 Stelle ha rotto la sua alleanza elettorale con il PD in Puglia. Il suo presidente, l’ex primo ministro Giuseppe Conte, ha invitato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein a cambiare partito, contro i “padroni e baroni” del PD. «Non possiamo restare indifferenti – ha aggiunto Conte – davanti a un’inchiesta secondo la quale i voti sarebbero stati comprati per 50 euro». Schlein ha risposto che rompere l’alleanza con la sinistra “aiuta la destra”.
“I partiti di oggi non sono più politici. Curano gli interessi più disparati, più contraddittori, a volte anche oscuri”, diceva Enrico Berlinguer, nel 1981.
Di fronte alla tempesta politica creata dalla sinistra a causa di nuovi casi di corruzione nel Partito Democratico, alcuni media tornano a parlare di “questione morale”. Lo stesso fece, ad esempio, il quotidiano torinese “La Stampa”, consigliando alla leader del PD, Elly Schlein, di rileggere l’intervista del 1981 di Enrico Berlinguer a Eugenio Scalfari, allora direttore de “La Repubblica”, sulle “questioni morali”, una storica domanda. intervista ripubblicata in un libro: «I partiti di oggi non sono più politici e sono caduti in declino, sono soprattutto macchine di potere o clienti… Organizzano gli interessi, i più diversi, i più contraddittori, a volte anche cupi, in termini di qualsiasi cosa senza alcuna relazione con le richieste e i bisogni umani… Non sono più formazioni che favoriscono la maturazione civile, ma attuali federazioni, clic, ciascuno con il suo “boss” e i suoi sub-boss. Con queste parole Berlinguer si riferiva alla vecchia Democrazia Cristiana, ma fu anche un duro colpo per l’intera classe politica, soprattutto per molti leader comunisti e per la sinistra in generale.
Costi di sopravvivenza
Tuttavia, queste parole sono molto appropriate per descrivere l’attuale tendenza del Partito Democratico, almeno in alcune zone, “con capi e vicecapi” di varie correnti di sinistra, in un sistema che aderisce ancora al clientelismo. Nel sistema corrotto, prima il voto veniva pagato con un lavoro o con un grande favore, attualmente la tariffa è di 50 euro o un piccolo favore. È un riflesso o un volto una “povera Italia”come spiega il ‘Corriere della Sera’: «Gli scandali attuali e il tasso minimo di sopravvivenza ci mostrano anche una parte d’Italia così povera e spaventata da considerare tutto ciò che ha come merce di baratto e tutto ciò che riesce a riscuotere come prezzo accettabile: l’Italia che non raggiunge la quarta settimana del mese e potrebbe non raggiungere nemmeno la terza settimana.
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