La nuova politica italiana sull’immigrazione consente che le domande di asilo vengano trattate sul territorio albanese, ma sotto la giurisdizione italiana ed europea.
Questo mercoledì, 16 migranti, sei egiziani e dieci bengalesi, arriveranno in Albania a bordo di una corvetta militare. Questa operazione segnò l’inizio di un controverso accordo tra Italia e Albania. L’obiettivo è quello di istituire centri di identificazione e rimpatrio dei migranti nel Paese balcanico.
Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni, Ha sottolineato che si tratta di un “percorso nuovo, audace e senza precedenti”. Nel corso di una seduta al Senato, Meloni ha affermato che l’Italia ha dato il “buon esempio” con il Protocollo Italia-Albania. Questo protocollo consentirà di trattare le domande di asilo sul territorio albanese, ma sotto la giurisdizione italiana ed europea.
I nuovi centri in Albania, situati nel porto di Shengjin e a Gjader, sono progettati per accogliere i migranti. Anche se ubicati in un Paese extra UE, avranno giurisdizione italiana. A Shengjin l’Italia sarà responsabile delle procedure di sbarco e a Gjader sarà costruita una struttura simile al Centro Permanente e Rimpatrio (CPR) presente in Italia.
Meloni ha espresso soddisfazione per i progressi compiuti e ha affermato che questi centri riflettono lo “spirito europeo” e potrebbero diventare un modello per altri paesi al di fuori dell’UE. Tuttavia, la sua amministrazione è stata criticata per aver dato priorità all’eliminazione dell’immigrazione clandestina, una strategia che alcuni hanno considerato drastica.
Critiche dell’opposizione
L’opposizione ha condannato l’operazione come una “deportazione” costosa e ha affermato che violava i diritti umani. Elly Shlein, leader del Partito Democratico, ha criticato l’accordo della Meloni, affermando che “ha sprecato quasi 1 miliardo di euro” del denaro dei contribuenti italiani.
Pierfrancesco Majorino, responsabile della politica migratoria del PD, ha definito la situazione “cattiva, cinica e dannosa”, avvertendo che “i diritti umani saranno compromessi” e che i fondi avrebbero potuto essere utilizzati per migliorare i servizi sanitari in Italia. Anche altri membri dell’opposizione hanno paragonato i nuovi centri a “colonie di detenzione”.
Sostegno dell’UE
Nonostante le critiche, la Meloni ha ricevuto il sostegno della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Hanno espresso sostegno all’idea di sviluppare centri di rimpatrio al di fuori dell’UE. Von der Leyen ritiene che il protocollo Italia-Albania possa fornire lezioni pratiche per la gestione dei flussi migratori.
Con l’intensificarsi della politica migratoria in Italia, il futuro di questi centri e il trattamento dei migranti rimane argomento di acceso dibattito. La situazione nel Mediterraneo e l’approccio dell’UE alla migrazione continueranno ad essere una questione chiave nelle prossime settimane.
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