Il popolare festival della canzone italiana di San Remo festeggia questa settimana 70 anni con un’edizione all’insegna della nostalgia, con successi del passato e, ovviamente, novità.
«È lo specchio della società italiana e anche se nei suoi 70 anni di esistenza è stato ampiamente imitato, non esiste niente di simile», ha commentato Vincenzo Mollica, che dagli anni Ottanta segue per la televisione pubblica i concorsi che si tengono in città. località in Liguria, nel nord-est dell’Italia.
il Festival, che per gli italiani è come il giorno dei defunti in Messico o il Capodanno, come ha scritto Stefano Balassone sul quotidiano La Repubblica, Ogni anno affascina gli italiani per cinque giorni, da nord a sud, che è stato installato davanti alla televisione per il rito della prima diretta della rete pubblica RAI 1.
In onore dei 70 anni delle ballate italiane, alcune canzoni indimenticabili in tutto il mondo, come “Nel blu dipinto di blu (Volare)” di Domenico Modugno, il presentatore e regista Amadeus giovedì ha invitato 24 artisti affermati a gareggiare per cantare composizioni in duetto . che hanno fatto la storia del festival.
«È come se fossi invitato a un pranzo speciale, con i migliori piatti e pietanze di tutti i tipi, alcuni anche in omaggio alle ricette della nonna», ha commentato Cristina La Bella al quotidiano Urbanpost parlando del programma.
Oggi è come ieri
Questo elenco include successi passati come 24 mila baci di Adriano Celentano, È domani de Mina, L’Italiano di Totò Cutugno e Canzone per te di Sergio Endrigo.
Proponendo 70 anni di canzoni si racconta anche la storia dell’Italia, l’evoluzione dei gusti, della politica, dell’intera società e, soprattutto, delle sue polemiche.
Il concorso, che ha fatto da trampolino di lancio verso la fama internazionale a personaggi come Modugno, Nicola Di Bari, Iva Zanicchi, Peppino Di Capri, Andrea Bocelli e Ricardo Coccciante, continua a stupire il pubblico con una media di 10 milioni di telespettatori ogni sera.
Se negli anni Settanta le critiche ai grandi poteri discografici erano uno scandalo, dieci anni fa una canzone contro gli omosessuali di Giuseppe Povia, artista ormai quasi dimenticato, suscitò un’ondata di indignazione.
Per non parlare degli insulti espressi lo scorso anno dal leader di destra e xenofobo Matteo Salvini dopo la vittoria del cantante egiziano con un’orecchiabile ballata dedicata al denaro dal titolo Soldato.
E nel mitico Teatro Ariston si sfidano cantanti affermati e giovani promettenti, tutti italiani, e i vincitori entrano poi in una vera e propria “overdose” televisiva con inviti a programmi di ogni genere, concerti, festival.
Alcuni dei vincitori, come Laura Pausini ed Eros Ramazzotti, hanno raggiunto un’enorme fama grazie a Sanremo in America Latina, motivo per cui i loro successi vengono solitamente pubblicati prima in spagnolo.
Secondo gli esperti, questo festival è soprattutto un evento mediatico per il lancio di prodotti ed è anche un barometro delle condizioni di salute pubblica.
Perché ogni anno ci sono sempre polemiche. Questa edizione è stata criticata per aver incluso canzoni di rapper che insultano le donne e addirittura incitano allo stupro.
Il fenomeno del femminicidio, riportato dal quotidiano, è stato uno dei temi sollevati da una delle 10 donne invitate ad accompagnare i presentatori durante i quattro giorni di concorso che si sono conclusi sabato.
“Ogni canzone riflette lo stato d’animo della società”, conclude il veterano Mollica. (E)
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