Meloni e l’immigrazione | Opinione

La dichiarazione di emergenza immigrazione dichiarata per i prossimi sei mesi dal Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, non è sufficientemente motivata, aumentando le tensioni europee su un tema cruciale della politica comunitaria e dando origine a uno dei vessilli politici populisti nazionali utilizzati dai paesi dell’Europa . leader della formazione di destra Fratelli d’Italia per ottenere un sostegno elettorale che gli consentisse di diventare capo del governo transalpino.

Senza specificarne la portata né i dettagli, il governo italiano ha istituito una misura legale, ovvero lo stato di emergenza, che solitamente viene attuato per aiutare la popolazione in caso di calamità naturale. Le pressioni migratorie che l’Italia sta sperimentando non sono legate a disastri naturali, né lo sono l’arrivo di circa 3.000 immigrati clandestini negli ultimi giorni e il significativo aumento finora nel 2024 del numero di persone che entrano nel Paese attraverso il Mediterraneo. La Meloni ha allargato la misura all’intero territorio nazionale e può adottare altre misure straordinarie senza passare dal Parlamento. Queste risorse costituzionali conferiscono poteri straordinari all’Esecutivo, ma i loro obiettivi sono, a dir poco, difficili da conciliare con l’attuale situazione dell’immigrazione.

La durezza della risposta della Meloni non può essere giustificata dal fatto che l’Italia è uno dei paesi europei che periodicamente vive tragedie scioccanti sulle proprie coste, l’ultima delle quali è stata l’annegamento di almeno 90 persone – anche se forse non si conoscerà mai il numero reale – in fine febbraio in Calabria. Lo stato di emergenza potrebbe avere conseguenze peggiori e aprire la strada alla riattivazione delle decisioni draconiane adottate dal suo partner di governo, l’estrema destra Matteo Salvini, durante il suo precedente mandato come ministro dell’Interno. Insieme a questo, si cerca di ostacolare il lavoro delle navi di soccorso, accelerare i tempi di rimpatrio dei migranti, chiudere alcuni centri di accoglienza ed eliminare ogni tipo di protezione speciale per queste persone.

Non è da escludere che si verifichi un’emergenza durante quest’anno, ma la situazione peggiorerà dopo la demolizione dei centri di accoglienza portata avanti da Salvini tra il 2018 e il 2019. I dati mostrano che il flusso di arrivi si è moltiplicato in modo esponenziale e il governo italiano di a vario titolo hanno sollecitato di volta in volta ai partner dell’Unione la necessità di istituire meccanismi efficaci e i fondi necessari per affrontare questa situazione. La soluzione a questo grave problema strutturale non può essere una riduzione dei meccanismi di aiuto o misure temporanee intrise di populismo mediatico.

Alberto Baroffio

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