È il caso di un tenente colonnello del 22° RIM – 22° Reggimento di fanteria da montagna di San Juan, accusato della scomparsa e della morte di circa 30 persone nella provincia negli anni ’70.
Segretario della Nazione per i Diritti Umani, Oracio Pietragalla Cortiha affermato che “questa è la prima volta che lo Stato argentino viene attivamente citato in giudizio”.
Come spiegato dall’Italia a Télam dal Segretario per i Diritti Umani della Nazione, Horacio Pietragalla Corti, si tratta di un caso aperto in quel Paese contro l’ex ufficiale militare argentino Carlos Luis Malatto, tenente colonnello del 22-22° Reggimento Fanteria da Montagna RIM di San Juan-, accusato della scomparsa e della morte di circa 30 persone nella provincia negli anni ’70.
“Questa è la prima volta che lo Stato argentino si è presentato attivamente, ha citato in giudizio, promosso e assistito i processi che si stavano svolgendo in Italia”, ha affermato Pietragalla Corti.
Il segretario per i diritti umani, infatti, ha tenuto nelle scorse ore a Roma un incontro con i pm italiani Laura Condemi e Francesco Dall’Olio, che sono a capo del caso contro Malatto.
“Durante l’incontro, abbiamo parlato della possibilità che lo Stato argentino potesse presentarsi come parte lesa nell’indagine contro Malatto per i crimini commessi durante l’ultima dittatura, quando agiva nel 22° reggimento di fanteria della provincia di San Juan”, ha detto il funzionario tramite un account Sei sul social network Twitter.
Inoltre, tra le sue attività di questo mercoledì a Roma, Pietragalla Corti è stato ospite d’eccezione della nuova proiezione della puntata “Scomparire” della diretta Spotlive (la rubrica analitica di RaiNews24 – Radiotelevisione Italia -).
Accompagnata da Vera Vigevani, membro delle Madri di Plaza de Mayo – Linea Fondatrice, la segretaria ha assistito alla trasmissione di un documentario incentrato sulla storia di Malatto e José Néstor Troccoli, anche lui repressore, ma uruguaiano.
I due, accusati di sparizioni forzate e omicidi compiuti dai governi militari negli anni ’70 in Argentina e Uruguay, sono fuggiti e si sono rifugiati in Italia per sfuggire alla giustizia nei rispettivi Paesi.
L’Italia sta conducendo diverse indagini sul Piano Condor, il coordinamento repressivo sviluppato in quegli anni dalla dittatura militare del Cono Sud.
Nel suo post, Pietragalla Corti ha ricordato che la pratica contro Malatto è iniziata in Italia dopo che il Paese ha rifiutato la sua estradizione nel 2014.
Ha sottolineato che il Segretariato per i diritti umani “ha fornito prove documentali e testimonianze per dare impulso (per le indagini)” con l’obiettivo di “ottenere giustizia e risarcimenti per le vittime e le loro famiglie”.
Durante la sua permanenza a Roma, il funzionario ha incontrato anche Mauro Palma, garante nazionale italiano dei diritti delle persone private delle libertà personali, ex presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura ed ex coordinatore delle forze dell’ordine in Europa.
“L’organismo guidato dalla Palma svolge un ruolo simile a quello del Comitato nazionale contro la tortura nel nostro Paese. Abbiamo discusso del ruolo fondamentale che queste istituzioni hanno in entrambi i Paesi”, ha scritto Pietragalla su Twitter.
Lo Stato argentino può anche presentarsi attore, come ha spiegato Pietragalla Corti a Télam, nel caso italiano in cui è stato accusato Troccoli, di essere un ex militare uruguaiano accusato del crimine militante del peronista José Agustín Potenza, rapito in il paese vicino nel 1977.
Il corpo di Potenza – ritrovato in una fossa comune in Paraguay – è stato identificato nel 2016 dal Team di Antropologia Forense argentina.
Il terzo caso davanti a un tribunale italiano è quello che coinvolge l’ex cappellano militare di San Rafael, Mendoza, Franco Reverberi Boschi, accusato di crimini contro l’umanità, compreso l’omicidio dell’attivista politico José Guillermo Berón.
Il 30 di questo mese la Corte d’Appello di Bologna deciderà se concedere l’estradizione di Reverberi Boschi, la cui partecipazione alla repressione illegale dell’ultima dittatura è venuta alla luce nel primo processo per crimini contro l’umanità avvenuto a Mendoza in 2010.
Questi casi fanno parte di un lavoro giornalistico congiunto di Télam e RaiNews, pubblicato nel marzo 2021 alla vigilia del nuovo compleanno del 24 marzo 1976, intitolato “600 corpi: identità cancellate di persone scomparse”.
Questo documentario si basa su un’indagine sulle tracce di due ex ufficiali Malatto e Troccoli, giunti in Italia in fuga dal tribunale per la strage, e sulle decine di migliaia di sparizioni forzate avvenute nell’ambito del “Piano Condor”.
L’indagine ha anche messo in luce il lavoro del Team argentino di antropologia forense (EAAF), che dal 1984 ha recuperato più di 1.500 corpi da fosse comuni e ne ha identificati 850 attraverso confronti del DNA. Gli altri 600 corpi restano senza nome e tra questi ci sono probabilmente i 65 italiani scomparsi nella dittatura civile-militare.
Il materiale giornalistico comprende spiegazioni storiche di cosa si intendeva per dittatura argentina e Piano Condor, che consentivano il trasferimento clandestino di prigionieri politici tra i diversi stati del Piano, ma anche diversi “scioperi” di due esponenti della dittatura latinoamericana accusati di commettere Morto. di alcune persone e che vivono ancora in libertà in Italia.
Uno è Malatto, il cui processo è in corso di indagine, e l’altro è Troccoli, che lavora per i servizi segreti navali uruguaiani, nell’ambito del Piano Condor, ed è stato condannato all’ergastolo in Italia, con una sentenza che deve ancora essere confermato.
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