L’Italia ha confermato che trenta migranti erano dispersi dopo un naufragio al largo della costa libica

MADRID, 12 marzo (EUROPA PRESS) –

Le autorità italiane hanno riferito questa settimana del salvataggio di 17 migranti alla deriva in un gommone vicino alla costa libica senza notizie di altre 30 persone che viaggiano anche sulla barca.

“Il barcone si è capovolto durante il trasferimento dei migranti: 17 persone sono state soccorse e altre 30 risultano disperse”, si legge in un comunicato della Guardia Costiera italiana.

In precedenza, l’ONG Alarm Phone aveva avvertito di decine di migranti annegati e denunciato l’incuria delle autorità italiane.

La dichiarazione della Guardia Costiera ha riconosciuto che Alarm Phone ha notificato sabato scorso al Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo con sede a Roma la presenza di un’imbarcazione con 47 migranti a bordo alla deriva vicino alla Libia. Sono state informate anche le autorità maltesi e libiche.

La nave è stata avvistata da un aereo, ‘ONG Seabird 2’, che ha contattato il mercantile ‘Basilis L’, che si è recato sul posto e ha riferito di difficoltà nel soccorrere i migranti a causa delle cattive condizioni meteorologiche.

L’Italia ha ricordato che le autorità libiche erano competenti per questo soccorso perché si trovavano in una zona idonea, ma per mancanza di mezzi hanno chiesto aiuto a Roma.

“Il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma, su richiesta delle autorità libiche, ha immediatamente inviato un messaggio di emergenza via satellite a tutte le navi in ​​transito”, ha detto la Guardia Costiera italiana. ‘Basilis L’ ha proseguito nella zona e gli altri tre esercenti hanno ricevuto la notifica. Uno dei quattro, “Froland”, iniziò un’operazione di salvataggio, ma fu allora che si capovolse.

‘Frolad’ ha fatto rotta per Malta per lo sbarco di due persone che necessitavano di cure mediche urgenti e mentre le ricerche dei dispersi sono proseguite con l’ausilio delle navi mercantili presenti nell’area. Altre due navi mercantili sono arrivate sul posto e anche due aerei di Frontex si stanno unendo alle ricerche.

“L’intervento di soccorso è avvenuto al di fuori dell’area di competenza dell’Italia, mentre gli altri Centri nazionali di coordinamento e soccorso marittimo coinvolti nell’area sono rimasti passivi”, ha sottolineato Roma.

La Ong Alarm Phone aveva precedentemente riferito di aver preso contatto con una barca con 47 persone a bordo che era andata alla deriva dopo aver lasciato le coste della Libia. Ha anche avvertito che le condizioni meteorologiche erano estremamente pericolose e che “era necessario un salvataggio urgente”.

Un’altra ONG, Sea Watch, ha messo in guardia sulla situazione di queste persone e sui rischi posti dalle forti onde. Le stesse autorità libiche hanno confermato a Sea Watch che non invieranno alcuna nave. “Quando abbiamo chiamato il centro di coordinamento dei soccorsi italiano per chiedere chi avrebbe assunto il coordinamento e la responsabilità di queste persone, hanno riattaccato”, ha detto Sea Watch.

“L’Italia e i paesi dell’UE devono assumersi la responsabilità del salvataggio in mare e proteggere la vita di chi si muove. Ora, con urgenza, in questo caso, in tutti i casi”, ha twittato Sea Watch.

Alberto Baroffio

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