L’Italia ha arrestato la nave di salvataggio “Louise Michel” per aver violato le leggi sull’immigrazione nei porti sicuri

La Ong ha sostenuto di aver agito data la gravità della situazione in mare e data la passività della guardia costiera nei soccorsi.

MADRID, 26 marzo (EUROPA PRESS) –

Le autorità marittime dell’isola italiana di Lampedusa hanno proceduto all’arresto della nave di soccorso “Louise Michel” per aver violato le norme sui porti sicuri stabilite dalla legge italiana, ha dichiarato la Guardia costiera italiana in una nota.

Gli arresti sono avvenuti durante lo sbarco di circa 180 migranti soccorsi in almeno tre operazioni effettuate nei giorni precedenti.

La legge stabilisce in questo senso che le navi di soccorso delle ONG che operano nel Mediterraneo centrale devono recarsi in un porto sicuro non appena hanno ricevuto l’autorizzazione a farlo e in nessun caso intraprendere ulteriori soccorsi dopo quel punto.

Sul suo account Twitter, la ONG ha riconosciuto di aver ricevuto porto sicuro in due occasioni, ma ha sostenuto che la gravità della situazione nell’area ha portato il suo equipaggio a effettuare ulteriori soccorsi.

“Le istruzioni impartite all’imbarcazione della Ong, date le sue ridotte dimensioni – ha spiegato la guardia costiera – mirano anche ad evitare che faccia entrare un numero di persone che metterebbero in pericolo la loro incolumità e l’imbarcazione dei migranti in soccorso”.

Le autorità hanno aggiunto che la legge intende soprattutto non gravare sui permessi di concessione e quindi facilitare la gestione dei nuovi arrivi.

“A questo comportamento, che ha complicato il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi, si sono aggiunte le continue chiamate degli aerei delle Ong che hanno sovraccaricato il sistema di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi”, ha aggiunto la Guardia Costiera.

L’organizzazione, dal canto suo, ha lamentato che il Centro di coordinamento dei soccorsi abbia esercitato più volte pressioni sull’equipaggio affinché si astenesse dall’effettuare nuove operazioni e ha lamentato che una pattuglia della Guardia costiera italiana abbia ignorato le suppliche dei migranti durante una delle procedure di soccorso.

“Le autorità europee sono pienamente consapevoli del pericolo che le persone corrono per fuggire e salvare le proprie acque. Tuttavia, stanno impedendo a queste navi di lasciare il porto e fornendo assistenza. Le vite delle persone perse nei naufragi non sono incidenti o tragedie. accadere”, si è lamentata l’organizzazione.

Quasi 3.000 migranti sono stati soccorsi o hanno raggiunto le coste italiane da venerdì, secondo le stime ufficiali compilate dalla rete RAI.

INSEGUITE I ‘VICHINGHI DEL MARE’

La guardia costiera italiana ha invece negato ogni responsabilità per l’incidente avvenuto sabato nei pressi della nave di soccorso ‘Ocean Viking’ della ong SOS Mediterranée, il cui equipaggio ha denunciato di essere stato maltrattato dalla guardia costiera libica, che ha addirittura è arrivato al punto di sparare in aria durante l’operazione di salvataggio.

Secondo il resoconto dell’organizzazione, una motovedetta libica ha interrotto il salvataggio di 80 migranti in pericolo e ha iniziato a inseguire la ‘Ocean Viking’. SOS Mediterranée ha denunciato che la guardia costiera ha “sparato fuoco in aria” per tenere le navi lontane dall’area.

L’aereo Seabird 2, operato dalla Ong Sea Watch, ha registrato l’intero incidente, che si è concluso con il rimpatrio forzato in Libia di 80 migranti intercettati.

A tal proposito, la Guardia Costiera italiana ha sostenuto che l’operazione della Ocean Viking non è stata comunicata allo Stato di bandiera, come previsto dalla normativa sulla sicurezza della navigazione, ma al Centro di coordinamento italiano, continuamente “finendo anche per essere sovraccaricata ad un ritmo molto momento intenso a causa dei soccorsi in corso.” in corso”.

Va detto che il governatore della regione italiana del Lazio, Francesco Rocca, ha condannato l’intercettazione degli ‘Ocean Vikings’ da parte della guardia costiera libica.

“Scioccante e allarmante!: la guardia costiera libica blocca l’operazione di salvataggio ‘Ocean Viking’, si avvicina e spara diversi colpi in aria”, ha twittato, dove ha ricordato che “l’umanità non è l’obiettivo” e che “salvare vite è un imperativo umanitario e obbligo legale”.

Alberto Baroffio

"Lettore certificato. Zombie geek. Avido esperto di alcol. Tipico fanatico del cibo. Praticante di viaggio."