Roma, 16 giugno L’inflazione in Italia è scesa al 7,6% su base annua a maggio, rispetto all’8,2% del mese precedente, a causa del calo dei prezzi dell’energia non regolamentati, ha confermato oggi l’Istituto nazionale di statistica (Istat).
Rispetto ad aprile, l’inflazione a maggio è aumentata dello 0,3%, secondo gli ultimi dati confermati.
Il rallentamento del tasso di inflazione è dovuto principalmente alla diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (dal 26,6% al 20,3%) e, in misura minore, degli alimenti trasformati (dal 14% al 13,2%).
Tale effetto è stato solo parzialmente compensato dall’aumento dei prezzi degli alimenti non lavorati (dall’8,4% all’8,8%) e dei servizi abitativi (dal 3,2% al 3,5%).
Nei suoi commenti, l’Istat ha spiegato che l’inflazione ha continuato la sua tendenza al ribasso, tornando ai livelli di marzo 2023 (+7,6%), dopo essere salita brevemente ad aprile.
“Il rallentamento è ancora fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici, in particolare i componenti non regolamentati che diminuiscono ciclicamente”, ha affermato.
E ha aggiunto che “nel settore alimentare i prezzi dei prodotti raffinati hanno mostrato una crescita su base annua contenuta, che ha contribuito a rallentare l’inflazione di base (fino al 6%)”.
È proseguito, infine, il trend di rallentamento della crescita dei prezzi nel “paniere della spesa”, attestatisi all’1,2% in maggio.
L’inflazione core, che esclude energia e alimentari freschi, ha leggermente rallentato, passando dal 6,2% del mese precedente al 6%.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) – che misura l’evoluzione dei prezzi con lo stesso metodo in tutti i paesi dell’area dell’euro – è aumentato dello 0,3% su base mensile e dell’8% su base annua, dall’8,6% di aprile.
La previsione di inflazione per il 2023, se questa tendenza sarà confermata, è del 5,6%. EFE
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