Martedì scorso il governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza per far fronte all’aumento dell’immigrazione clandestina nel primo trimestre del 2023, oltre al rischio concreto di non poter accogliere adeguatamente tutti coloro che arrivano nel Paese. Il problema è serio, e c’è anche un motivo nella strategia politica del governo che promette ai suoi cittadini di affrontare efficacemente i problemi dell’immigrazione.
I dati del governo italiano e dell’agenzia europea Frontex mostrano che più della metà del numero totale di persone che hanno varcato i confini europei nel primo trimestre del 2023 sono passate dall’Italia. È chiaro che si tratta di un problema europeo che tocca molto l’Italia, ma altri Paesi come la Spagna o la Germania non vengono risparmiati. La complessità di questo problema non può essere risolta da un’azione locale o da uno Stato separato.
Forse il Governo Meloni ha ritenuto che l’imposizione dello stato di emergenza, consentendogli di adottare rapidamente le riforme legislative e senza i dibattiti parlamentari che richiedono una questione così grave, gli consentirebbe di resistere alle pressioni migratorie e ai sentimenti dei cittadini per diversi mesi. insicurezza. Tuttavia, problemi complessi, come le questioni migratorie, che hanno un impatto sui diritti umani, non vengono risolti con azioni parziali ea breve termine. Oggi Italia e domani Francia. L’Europa è una destinazione desiderabile e continuerà ad esserlo. La migrazione dovrebbe essere una delle questioni prioritarie nell’agenda dell’UE e quella più appropriata per evitare, tra gli altri mali, i mali del nazionalismo antieuropeo.
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