La magistratura italiana ha ratificato che l’affidamento esclusivo del figlio più giovane Juana Rivas spetta al padre, che vive nella città italiana di Carloforte (Sardegna) e ha stabilito un regime di visite per la madre con misure severe che, tra l’altro, le impedirà di avere figli era fuori dall’isola, quindi non sarebbe riuscita a portarlo in Spagna, e tutti gli incontri sarebbero stati supervisionati dai servizi sociali di Carloforte.
La Corte d’Appello di Cagliari ha emesso a fine febbraio la sentenza, alla quale Europa Press può accedere, che ha chiuso un processo durato tre anni per querele riconvenzionali dei genitori sull’affidamento dei figli e in cui la giustizia italiana ha ritenuto che Juana Rivas avesse convinto il figlio minore a ” muovere false accuse al padre” che ottiene “l’unico effetto” che provoca “confusione” e insicurezza nel bambino. Il primogenito di Juana Rivas, quasi maggiorenne, ha deciso di vivere in Spagna con la madre e il tribunale, rispettando la sua volontà, gli ha concesso l’affidamento.
La sentenza contiene numerose segnalazioni di psicologi e professionisti che hanno incontrato il figlio più giovane in cui afferma che sua madre lo ha convinto a muovere accuse contro suo padre, Francesco Arcuri dall’Italia: “È come se mia madre mi avesse fatto il lavaggio del cervello parlando da parte di mio padre. “, rivela in un’occasione al ritorno da una vacanza estiva in Spagna.
Il tribunale ha ritenuto, in termini generali, che l’azione di Juana Rivas fosse “mirata più a ottenere una vittoria giudiziaria” sull’ex coniuge che al “beneficio della minore”, ragion per cui, oltre a concedere la padre l’affidamento esclusivo, ha adottato un apposito regolamento per la tutela dei figli minorenni. Tra loro, Juana Rivas non potrà portare i minori fuori dalla Sardegna e i Servizi Sociali di Carloforte dovranno sovrintendere alla visita.
Juana Rivas deve avvisare i Servizi Sociali con dieci giorni di anticipo ogni volta che si reca in Sardegna per vedere e portare con sé un minore, specificando “le date e gli orari del suo arrivo e della sua partenza, nonché dove trascorrerà questi periodi”. sul suo soggiorno. , secondo una frase riportata dal quotidiano ‘El Mundo’. Il tribunale ha disposto che tale decisione sia notificata al Ministero della Giustizia in Spagna, nonché all’ambasciata italiana a Madrid e all’ambasciata spagnola a Roma.
Juana Rivas è stata condannata a cinque anni di carcere in Spagna per sottrazione di minori dopo aver portato i suoi figli fuori dall’Italia nel 2016 senza il consenso dei genitori, accusando situazioni di abuso e poi vivendo con loro un mese in un luogo sconosciuto in Spagna, in estate. 2017, nonostante un’ordinanza del tribunale lo costringa a consegnarlo alla sua ex compagna. Dopo che il verdetto è stato dimezzato dalla Corte Suprema, questa madre di Maracena (Granada) è stata graziata dal Governo il 6 novembre 2021.
Si chiude così in Spagna il cosiddetto ‘caso Juana Rivas’, anche se il crocevia delle cause è proseguito questa volta in Italia con il procedimento aperto per l’affidamento di minori e con la presentazione di molteplici denunce da parte di Juana Rivas contro Arcuri per presunti maltrattamenti di minori. tutt’altro che sviluppato.
Juana Rivas ricorrerà in appello contro la sentenza che ha concesso al suo ex compagno l’affidamento esclusivo del figlio minore
Juana Rivas ricorrerà in Cassazione contro la sentenza che ha concesso all’ex coniuge l’affidamento esclusivo dei minori dei due figli che hanno in comune, che secondo questa delibera potrà visitare solo in Sardegna, quindi non potrà trasferirlo in Spagna, e la visita sarà supervisionata dai servizi sociali di Carloforte.
Lo ha presentato a Europa Press Francisca Granados, direttrice e consulente legale del Centro Donna di Maracena (Granada), la città dove vive Juana Rivas, la quale conferma che la decisione della Corte d’Appello di Cagliari le ha negato l’affidamento della più giovane bambino – l’ha avuto dal primogenito, che ha deciso di restare con lui in Spagna – non tenendo conto della denuncia del procuratore generale di Cagliari che, secondo quanto si dice, allude a “reiterati comportamenti aggressivi” da parte dei genitori nei confronti bambini.
Granados si rammarica della pena detentiva “nemmeno secondo questo rapporto” e ha confermato che Juana Rivas farà appello. In esso, il tribunale ha concluso che Juana Rivas aveva “persuaso” il suo giovane figlio a “fare false accuse contro il padre” che avevano “l’unico effetto” di causare “confusione” e insicurezza nel bambino.
Le sentenze, accessibili a Europa Press, includono, infatti, numerose segnalazioni di psicologi e professionisti che hanno intervistato minori in cui afferma che la madre lo ha convinto a muovere accuse contro il padre, l’italiano Francesco Arcuri: “Era come se mia madre mi ha fatto il lavaggio del cervello parlando di papà”, ha detto in un’occasione al ritorno da una vacanza estiva in Spagna.
Il tribunale ha ritenuto, in termini generali, che la condotta di Juana Rivas fosse “mirata più a ottenere una vittoria giudiziaria” sul suo ex compagno che a “il benessere del bambino”. Oltre a concedere l’affidamento esclusivo al padre, i tribunali hanno adottato una serie di disposizioni speciali per la tutela dei minori. Tra loro, Juana Rivas non riuscirà a farlo uscire dalla Sardegna ei Servizi Sociali di Carloforte si occuperanno della visita.
Juana Rivas deve avvisare i Servizi Sociali con dieci giorni di anticipo ogni volta che si reca in Sardegna per vedere e portare con sé un minore, specificando “le date e gli orari del suo arrivo e della sua partenza, nonché dove trascorrerà questi periodi”. sul suo soggiorno. , secondo la sentenza. Il tribunale ha inoltre disposto che tale sentenza sia notificata al ministero della Giustizia in Spagna, nonché all’ambasciata italiana a Madrid e all’ambasciata spagnola a Roma.
Juana Rivas è stata condannata a cinque anni di carcere in Spagna per sottrazione di minori dopo aver portato i suoi figli fuori dall’Italia nel 2016 senza il consenso dei genitori, accusando situazioni di abuso e poi vivendo con loro un mese in un luogo sconosciuto in Spagna, in estate. 2017, nonostante un’ordinanza del tribunale lo costringa a consegnarlo alla sua ex compagna. Dopo che il verdetto è stato dimezzato dalla Corte Suprema, questa madre di Maracena (Granada) è stata graziata dal Governo il 6 novembre 2021.
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