Una delle posizioni chiave della politica italiana – la presidenza della Camera – è nelle mani di una forte sostenitrice dei diritti delle donne dal 2013: Laura Boldrini.
Alcuni dei suoi sforzi principali sono le campagne contro le molestie online nei confronti delle donne, la parità di retribuzione e l’eradicazione dei concorsi di bellezza.
Ma ora sta litigando per la grammatica.
Più precisamente, Boldrini si oppose all’uso della forma maschile negli articoli e nei sostantivi per descrivere le donne in posizioni di potere.
Ad esempio, la tua posizione. Solitamente quando si riferiscono alla Boldrini lo fanno così “Presidente“(Presidente).
Vuole che quando i suoi colleghi e le trascrizioni ufficiali delle udienze parlamentari fanno riferimento a lui, lo facciano come”Presidente“, trasformando l’articolo nella forma femminile.
Inoltre i suoi colleghi deputati, ha sottolineato, non vanno chiamati”Sono il vice“, come si fa oggi, ma come”rappresentante“(rappresentante) – non ha cambiato solo l’articolo ma anche lo smantellamento.
Allo stesso modo con posizioni importanti come “ministro“invece di”ministro” (ministro), per le donne membri del gabinetto o “il sindacato” in sostituzione di “il sindaco” quando si fa riferimento alle donne che ricoprono cariche la moglie del sindaco da una città.
Il linguaggio si sviluppa
“Alcune persone penseranno che questo sia eccessivo”, ha detto questa settimana.
“Ma il linguaggio è importante dal punto di vista che è il modo in cui percepiamo e descriviamo la realtà”, ha aggiunto.
Per lui la società italiana si era sviluppata e le donne avevano raggiunto posizioni di potere, quindi il linguaggio doveva adattarsi.
Boldrini ha inviato una lettera ai parlamentari esortandoli a iniziare immediatamente a utilizzare parole femminili nei dibattiti e nei documenti ufficiali.
I loro sforzi sono supportati da Accademia della Crusca –organizzazione non governativa fondata nel 1583 che vigila sull’uso della lingua italiana.
Quello Accademia sostengono che evitare l’uso della forma femminile in questo caso sia inappropriato.
La proposta di parità linguistica di genere è stata però criticata dal Movimento Cinque Stelle guidato da Beppe Grillo.
Il partito ha accusato Boldrini di “ipocrisia”, lamentando il fatto che, nonostante i suoi appelli al rispetto formale delle donne, non ha intrapreso alcuna azione contro i parlamentari del partito di governo che hanno offeso verbalmente diverse colleghe.
Anche se Boldrini riuscisse a risolvere questo problema, la dura realtà è che – nonostante i progressi degli ultimi anni – le posizioni di potere privilegiate in Italia sono ancora prevalentemente maschili.
Fino ad oggi, e dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, nessuna donna ha ricoperto la carica di Primo Ministro italiano.
E i suggerimenti pubblici secondo cui una donna dovrebbe essere eletta capo di stato per la prima volta a gennaio sono stati ignorati.
Il nuovo presidente è Sergio Mattarella, che è sempre stato e sarà senza dubbio chiamato “il Presidente”.
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