Cos’è il libro di un architetto e quali sono i suoi limiti? Questo esercizio è pericoloso perché le trappole possono essere numerose, quasi semplicemente promuovere l’autocompiacimento o perdersi in teorie prolisse e ridursi a una serie di immagini congelate. Fortunatamente qualcuno ha accettato la sfida ed è riuscito a dare senso, sostanza a un progetto editoriale che mirava a svelare un’opera di architettura, in questo caso l’opera di Jean-Patrick Fortin.
Questo libro presenta il lavoro dell’architetto Jean-Patrick Fortin realizzato nella città di Caprino Veronese, in Italia, tra il 1972 e il 2008, e riunisce tre programmi – villa, farmacia e residenza cittadina -, costruiti a nome dello stesso cliente . Ci sono tutti gli ingredienti per raccontare una storia e anche per confrontarsi con la Storia. C’è la storia di un giovane architetto che gestisce una commissione per conto di un cliente illuminato che ha portato i suoi mobili Alvar Aalto dalla Finlandia; c’è il localismo e l’esotismo della campagna italiana, senza dimenticare gli anni Settanta che, per i professionisti che lasciarono i laboratori di Gromort-Arretche per scoprire la cultura architettonica italiana, furono associati anche all’esplosione del sistema Beaux-Arts e alla fine del modernismo . Infine, c’è il contenuto dell’edificio e il modo in cui viene presentato in tutta la pagina. I modelli sono superbi, così come le riprese sotto la supervisione di Luc Boegly, che moltiplica le inquadrature, da quelle più strette – come i dettagli delle scale – ai paesaggi estesi. Se coglie questi progetti su scale diverse, sia interne che esterne, non esita a compiere passi laterali, che contribuiscono alla comprensione di questi luoghi, alla rivelazione delle loro atmosfere, ben oltre un semplice approccio contestuale. Come un muro di contenimento in pietra in un ambiente rustico circondato da una vegetazione invasiva o un quadro astratto che occupa un doppio cortile. Questi elementi, lungi dall’essere meramente aneddotici, danno rilievo al quadro architettonico, sottolineandone la vivibilità e la vita che lo permea.
Quanto al testo di Olivier Namias, attinge al suo talento di narratore e critico. Partendo dal caso da manuale quale è la costruzione di Jean-Patrick Fortin – un’assimilazione italiana come la figura di Carlo Scarpa ma non solo -, egli accenna allo sfondo di diversi approcci di un’epoca caratterizzata dai suoi antagonismi, vale a dire il postmodernismo o il pensiero critico. regionalismo. Con finezza, espone queste realizzazioni che sono del tutto moderne nel loro design ma promuovono singolarità essenziali. Come sviluppare un’architettura che sia in armonia con le condizioni e la topografia esistenti, utilizzando materiali tradizionali e contemporanei senza discriminazioni. Per come appaiono e si percepiscono, ciò che queste opere mostrano – che di per sé è una lezione di architettura – è che queste tre opere hanno sicuramente resistito felicemente alla prova del tempo.
TRILOGIA: ARCHITETTO JEAN-PATRICK FORTIN – ARCHITETTURA MODERNA A CAPRINO VERONESE, Olivier Namias, testo. Luc Boegly, foto. Danielle Guigui, modella. Eve Jouannais, coordinamento. Edizione autopubblicata, 152 pp., € 35.
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