L’ex premier italiano ha chiesto 200.000 euro di risarcimento danni al quotidiano ‘Corriere della Sera’
Il tribunale ha ritenuto che le cifre richieste da Renzi, a parte le pretese infondate, fossero esagerate
MADRID, 7 marzo (EUROPA PRESS) –
Il tribunale civile della città italiana di Firenze ha respinto una richiesta di risarcimento danni di 200.000 euro presentata dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi contro il quotidiano ‘Corriere della Sera’, affermando che la giustizia “non è una banca”.
Nella decisione, oltre a spiegare le ragioni del diniego, il giudice Susanna Zanda ha anche sottolineato che la cifra richiesta da Renzi, “al di là della natura della querela è priva di fondamento, ha chiari e ingiustificabili capi dissuasivi” finalizzati al ricorso al Tribunale Civile”. come una sorta di bancomat “per prelevare i soldi” per il proprio sostentamento”, denuncia l’agente dell’AdnKronos.
Intanto i giudici hanno condannato la casa editrice del quotidiano, RCS, il direttore Luciano Fontano e la giornalista Fiorenza Sarzanini, autori di articoli pubblicati sul quotidiano il 4 dicembre 2019 dedicati a un’inchiesta giudiziaria su presunto finanziamento illecito della Open Foundation, la fondazione della party It’s Italian Viva.
L’articolo era intitolato ‘Apri un caso, una nuova inchiesta sui soldi che Carrai ha consegnato a Renzi. Le accuse a Bianchi su carte prepagate e bonifici: uso per tornaconto personale, secondo Renzi, sono titolate e piene di menzogne su quale sia la funzione e il flusso di denaro nella fondazione e chi la gestisce.
Tuttavia, il tribunale civile di Firenze, come ha appreso ‘Il Tirreno’, ha riconosciuto la “correttezza” dell’operato del giornalista, le cui fonti rappresentavano “fatti storici” che fanno luce sull’inchiesta svolta dalla Guardia presso Finanza Italia.
«L’articolo rispetta il canone della verità nella misura in cui divulga correttamente il contenuto della scheda informativa dell’ufficio informazioni finanziarie», ha spiegato il giudice.
“I giornalisti si affidano a fonti particolarmente qualificate e non hanno altri oneri di controllo”, ha aggiunto il tribunale, sottolineando che l’articolo era vero e che “Renzi non deve usare la Corte come un bancomat”.
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