Israele modifica e respinge le sue nuove regole per l’ingresso nella Cisgiordania occupata

GERUSALEMME: Israele ha modificato le nuove regole che disciplinano la vita nella Cisgiordania occupata e domenica ha respinto l’attuazione di questa procedura, che Washington e le organizzazioni per i diritti umani hanno criticato come invadente e restrittiva.

Pubblicata per la prima volta a febbraio, la nuova procedura per entrare in Cisgiordania – il territorio palestinese occupato dal 1967 da Israele – si rivolge agli stranieri che desiderano vivere, lavorare, fare volontariato o studiare lì.

Il regolamento, che entrerà in vigore lunedì, richiede specificamente ai titolari di passaporti stranieri di informare le autorità israeliane entro 30 giorni dalla formalizzazione delle relazioni sentimentali in Cisgiordania.

Cogat, l’agenzia del ministero della Difesa israeliano che sovrintende alle attività civili nei Territori palestinesi, ha pubblicato domenica un testo rivisto che ha rimosso un paragrafo sulla questione. Le nuove misure entreranno in vigore il 20 ottobre.

Lo svolgimento di questa procedura è stato rinviato due volte, poiché è stato impugnato davanti alla Corte Suprema israeliana da 19 querelanti, tra cui l’organizzazione israeliana per i diritti umani Hamoked, che ha denunciato “criteri dirompenti ed eccessivi”.

Il testo afferma che i coniugi stranieri palestinesi riceveranno inizialmente un permesso di tre o sei mesi, con la maggior parte di loro che dovrà lasciare la Cisgiordania per sei mesi prima di ottenere un nuovo permesso. Questo periodo obbligatorio al di fuori della Cisgiordania è stato abolito.

Secondo la regista di Hamoked Jessica Montell, Israele “ha rimosso il materiale più offensivo”.

“Ma il problema principale rimane: se il coniuge è straniero, Israele impedirà a migliaia di famiglie di riunirsi, per ovvi motivi politici e demografici”, ha lamentato.

Su Twitter, l’ambasciatore statunitense Tom Nides ha dichiarato domenica, in seguito alla pubblicazione delle regole modificate da parte di Cogat, “si aspetta che il governo israeliano (…) tratti tutti i cittadini (…) in modo equo gli stranieri che viaggiano in Cisgiordania”.

Per Salem Barahmeh, direttore esecutivo dell’Istituto palestinese di diplomazia pubblica, parte della nuova regola israeliana riguarda il “controllo e l’isolamento”.

“L’altra parte è: se non potete stare insieme in Palestina, allora dovete andarvene”, ha scritto su Twitter.

Anche la vita universitaria ne risente: Israele ha fissato una quota annua di 100 professori e 150 studenti autorizzati a vivere in Cisgiordania, molto meno che nel 2020. La sua decisione è stata criticata dall’Unione Europea, in quanto potrebbe interessare in particolare molti studenti . Eramo+.

Questa quota non appare nella versione modificata.

Fedele Golino

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