Lo Stato di Israele ha concesso postumo la cittadinanza a Gino Bartali, ciclista italiano che rischiò la vita per salvare gli ebrei perseguitati dal nazismo e in nome del quale si celebra la prima tappa del Giro d’Italia, partito venerdì da Gerusalemme.
“Gino non era sostenuto dalla maggioranza della società italiana del suo tempo, il che lo rendeva unico nello sfidare la maggioranza e nel difendere la propria coscienza”, ha detto ai media riuniti al Museo dell’Olocausto (Yad Vashem) a Gerusalemme, ha detto il suo presidente. . , Avner Shalev, durante la cerimonia funebre.
L’evento, che si è svolto in un’atmosfera solenne, è iniziato con alcuni giri simbolici della squadra ciclistica israeliana (Accademia Israeliana dei Ciclisti) intorno al museo, e si è concluso con la consegna di un attestato al nipote di Bartali, Giogia, riconoscendo suo nonno in onore . Cittadino israeliano.
“Ha imparato cosa vuol dire testimoniare l’umanità e i suoi legami”, ha detto Giogia in una conferenza che si è conclusa tra sorrisi riferendosi al suo abuelo, che ha qualificato come “uomo di pace” cuya maxima era “ el bien se hace, no, hanno detto.”
Bartali, devoto cattolico, nacque a Firenze nel 1914 e nella sua carriera professionistica vinse tre volte il Giro d’Italia e due volte il Tour de France, che lo resero famoso senza perdere “l’ umiltà” che tanto lo caratterizzava ., secondo suo nipote.
“Bartali è un eroe dell’Italia, ma anche un eroe del popolo ebraico e dell’intera umanità”, ha affermato il presidente onorario del Giro, proprietario della squadra ciclistica israeliana e sponsor principale di questo evento sportivo, Silvan Adams.
Soprannominato “l’uomo di ferro della Toscana”, Gino percorse molti chilometri in bicicletta per consegnare personalmente i documenti d’identità che permettevano il passaggio sicuro di molti ebrei, oltre a recapitare messaggi segreti ai sostenitori della Resistenza italiana.
“Quando rischi la vita per salvare gli altri, significa che hai ancora fiducia nell’umanità”, ha concluso l’ambasciatore italiano in Israele Gianluigi Benedetti.
Nel 2013 il ciclista fiorentino è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni, la più alta onorificenza conferita dal Museo a chi si oppose alle atrocità del nazismo.
“La battaglia più importante che ha vinto è stata contro l’oppressione, la criminalità e l’ingiustizia”, ha detto Benedetti, in una cerimonia in cui, come tocco finale, un cantante ha eseguito, accompagnato da un pianoforte, varie melodie, tra cui una melodia di un film italiano. lo stesso nome “La vita è bella”. EFE
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