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Intel vuole aumentare la sua capacità di produzione in Europa
L’investimento di Intel in Italia fa parte di un piano più ampio annunciato dal produttore di chip statunitense all’inizio del 2022. la società prevede di investire 88 miliardi di dollari per aumentare la capacità produttiva in Europa. Obiettivo: ridurre la dipendenza dell’Europa dai produttori asiatici e cercare di ridurre le carenze che hanno costretto il settore automobilistico a ridursi.
La fabbrica utilizzerà la nuova tecnologia per produrre chip completi dalle piastrelle.
Un accordo potrebbe essere raggiunto entro la fine di agosto
Secondo la fonte, il governo dimissionario del presidente del Consiglio Mario Draghi sta cercando di concludere un accordo con Intel entro la fine di agosto, prima delle elezioni nazionali anticipate previste per il 25 settembre.
Sia Mario Draghi che i servizi Intel hanno rifiutato di commentare le informazioni.
L’Italia può finanziare quasi il 40% dei progetti
Altre fonti hanno indicato in precedenza che l’Italia potrebbe finanziare fino al 40% dell’investimento totale di Intel nel suo territorio. Dall’importo iniziale di 5 miliardi di dollari, quest’ultimo dovrebbe aumentare nel tempo.
Siti potenziali preselezionati
Secondo le fonti, Intel e il governo italiano ha selezionato potenziali siti in due regioni: Piemonte e Veneto.
Una decisione finale su dove costruire la fabbrica deve ancora essere presa.
Discussione con altri produttori
Il governo italiano è anche in trattative con la società italo-francese STMicroelectronics, i produttori di chip taiwanesi MEMC Electronic Materials e TSMC e Israel Tower Semiconductor, che Intel ha acquisito all’inizio di quest’anno. Lo scorso mese, STMicroelettronica ha firmato un accordo con GlobalFoundries per costruire una fabbrica di chip in Francia, con un investimento di 5,7 miliardi di dollari.
Fonte: Reuters
riassumere
L’Italia firmerà un accordo con Intel per la costruzione di un impianto di confezionamento e assemblaggio di semiconduttori sul proprio territorio. Le informazioni sono state inviate a Reuters da due fonti a conoscenza della questione.
La cifra iniziale messa sul tavolo: 5 miliardi di dollari (4,91 miliardi di euro).
L’annuncio arriva quando i gruppi automobilistici di tutto il mondo stanno affrontando un grave problema con la carenza di chip elettronici, che stanno diventando sempre più un elemento critico nel processo di produzione dei veicoli.
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