Ha un sacco di scartoffie per dimostrare la sua buona volontà, ma “per ora è sulla spiaggia”. Cinzia Paolina De Lio è stata appena licenziata il 22 giugno a seguito di un procedimento giudiziario fino alla Corte di Cassazione italiana. Sentiva che il suo maestro, in sua assenza, aveva dimostrato la sua “permanente e assoluta incapacità”. La fine del caso iniziato nel 2017, quando la frode è stata scoperta.
Professore di storia e filosofia, Cinzia Paolina De Lio ha oggi 56 anni. Nativo di Reggio Calabria in Calabria, nel sud Italia, insegna in diverse scuole secondarie nel nord del paese, a Chioggia vicino a Venezia e in provincia di Trieste, al confine con la Slovenia. Ma colpisce nella sua assenza: 20 anni in 24 anni di servizio nella scuola nazionale italiana.
Valori casuali e lunghi giorni di malattia
Nel 2017, mentre trascorre quattro mesi consecutivi in un liceo italiano, viene smascherato dai suoi studenti: “impreparato” e “confuso” nelle spiegazioni, “negligente” nelle valutazioni, “impreciso” nella preparazione del programma. “casuale” nell’attribuzione dei segni, spiegato Repubblica.
Uno di questi ex studenti ha testimoniato dal quotidiano italiano “Non c’è mai continuità. Verrà per qualche giorno e si prenderà un lungo congedo per malattia. Invece, ottenevamo sostituti oa volte ci permettevano persino di finire le lezioni in anticipo. “Secondo questo studente, l’insegnante ha fornito molti certificati medici all’istituto ed era assente “per problemi di salute”.
“Spesso pronuncia male i nostri nomi perché non ci conosce nemmeno”, ha proseguito nella sua intervista a La Repubblica. Non ci ha parlato di nessuno degli autori ma come per magia abbiamo preso tutti 9 e 10/10 (…) per aver evitato lamentele e averle segnalate alla direzione. »
Un insegnante “completamente assente i primi dieci anni”
Scatta quindi un’ispezione ministeriale che si conclude con il licenziamento del docente del liceo. È l’inizio di una lunga battaglia legale: in primo grado le sanzioni sono state annullate, ma in appello il giudice ha seguito la tesi del ministero dell’Istruzione: “In 24 anni di insegnamento, è stato assente per 20 anni in totale. È stato completamente assente per i primi dieci anni e per altri 14 anni è stato per lo più in congedo per malattia, tra i 40 e i 180 giorni all’anno”, cita Il Corriere della Sera.
Pertanto Cinzia Paolina De Lio ha presentato ricorso per non essere rigettato. Ma nella sua decisione, la Corte di Cassazione italiana ha dettagliato i tanti motivi dell’assenza dell’insegnante. Tra gli elementi citati: due assenze per infortunio sul lavoro, 16 autorizzazioni per assenze per motivi personali, tre limitazioni al lavoro per tutela della salute, due congedi per maternità e allattamento, sette congedi per malattia infantile, sette congedi parentali retribuiti, 24 congedi e permesso di assistenza familiari gravemente disabili e cinque assenze per partecipare a corsi di aggiornamento e formazione.
In totale, in precedenza sono state identificate più di 100 diverse giustificazioni Repubblicae 67 certificati di congedo per malattia tra il 1° settembre 2001 e il 30 giugno 2021.
Intanto lauree in pianoforte e terapia animale
Il docente afferma di essere giornalista di pubbliche relazioni, ma anche “laureato in pianoforte, titolare di triplo diploma, specializzato in nuove tecnologie e autonomia scolastica”, con “specializzazioni in criminologia, terapia animale, storia della medicina, parassitologia locale, disabilità- apprendimento specifico, salute mentale adolescenziale”, dettagli quotidiani italiani IlMessaggero. Il suo profilo LinkedIn cita anche alcuni di questi titoli.
Contattata da La Repubblica, Cinzia Paolina De Lio ha assicurato che “ricostruirà i fatti veri di questa storia davvero unica e vera”. Ha continuato ad attaccare la decisione del tribunale e si è rifiutato di rispondere ai giornalisti. Ha detto di essere disposto a fornire documenti giustificativi solo “ai colleghi che li richiedono”.
Questo caso ha persino provocato una reazione anche al ministro dell’Istruzione italiano, Giuseppe Valditara, che lo ha dichiarato La Stampa che il ministero sarebbe “più coinvolto nel garantire che le attività didattiche siano svolte in modo professionale”.
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