Ricercatori dell’Università di Padova hanno sviluppato un sistema che permette di tracciare le aziende infiltrate dalla mafia. L’arrivo di questi nuovi strumenti evidenzia il crescente interesse per l’IA nella lotta alla criminalità organizzata. Ma ci sono anche delle limitazioni.
Espellere in pochi secondi le aziende che potrebbero essere infiltrate dalla mafia è l’obiettivo dell’algoritmo di intelligenza artificiale sviluppato da Antonio Parbonetti, professore di economia all’Università di Padova, e dal suo team.
L’obiettivo? Consentire alle istituzioni e ad altre imprese di evitare di trattare con fornitori o clienti sospettati di legami con la mafia.
Perché è utile Commercializzato dal 2021 da una filiale dell’Università, questo sistema di previsione è attualmente utilizzato da una ventina delle più grandi aziende italiane, soprattutto nei settori finanziario, della moda e dell’aviazione. E, per la prima volta, da un’azienda straniera. “Un colosso svizzero”, ha detto Antonio Parbonetti, senza fare il suo nome.
Individuare le aziende compromesse è anche “un vantaggio per l’intera società”, sottolinea il professore, che stima che il 7-8% delle aziende analizzate dall’algoritmo (solo società di capitali) siano a rischio infiltrazioni. L’eliminazione dei concorrenti sleali legati alla mafia consentirebbe alle aziende sane di aumentare i loro margini lordi dal 10 al 15%, ha sottolineato.
“Giocatore. Baconaholic. Secchione di viaggio. Specialista della cultura pop. Imprenditore. Sottilmente affascinante sostenitore di Internet. Esperto di birra.”