Il fornitore automobilistico Marelli ha annunciato martedì che chiuderà uno dei suoi stabilimenti in Italia che produce componenti per motori a combustione interna (ICE), poiché l’attività è diventata “non redditizia” a causa del passaggio alla mobilità elettrica.
Lo stabilimento, situato nel comune di Crevalcore, nella regione settentrionale dell’Emilia-Romagna, impiega attualmente circa 230 persone. L’azienda produce componenti in plastica e lavora componenti in alluminio per motori a combustione interna.
“L’elettrificazione sta mietendo i primi danni in Italia”, ha detto un rappresentante sindacale che ha preso parte ai colloqui con l’azienda.
Marelli ha spiegato in un comunicato che la sua decisione è stata causata “dall’assenza di nuove attività a causa della riduzione degli investimenti da parte degli operatori del settore automobilistico nei motori a combustione interna”, nonché dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia.
Aggiunge che nei prossimi anni volumi e ricavi dello stabilimento di Crevalcore diminuiranno ulteriormente, portandone il tasso di utilizzo fino ad un massimo del 30%.
Marelli ha dichiarato di voler spostare la produzione di componenti in plastica da Crevalcore in un altro stabilimento in Italia, mentre la produzione di alluminio sarà esternalizzata.
Il sindacato, che ha incontrato l’azienda martedì, ha affermato in una dichiarazione separata che ci sarebbero state ulteriori chiusure se il governo italiano non avesse sostenuto la rapida trasformazione delle fabbriche ancora legate alla tecnologia ICE.
Marelli, di proprietà della società di private equity KKR, è stata costituita nel 2019 dopo che Fiat Chrysler, ora parte di Stellantis, ha venduto la sua unità di ricambi auto Magneti Marelli.
L’azienda ha affermato che sta lavorando con sindacati e istituzioni per ridurre al minimo l’impatto sui lavoratori interessati.
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