Il postfascista che è venuto a guidare i conservatori europei

“Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono una cristiana”. Così si è presentata Giorgia Meloni, favorita per diventare il prossimo presidente del Governo della nazione transalpina, in un video virale sui social network.

La coalizione di centrodestra ha governato l’Italia per due decenni, con Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio. Giorgia Meloni, chi? Fu membro del consiglio di rappresentanza di Roma e in seguito divenne rappresentante nazionalein quella fase si è formata: dal 2006 al 2008 è stato vicepresidente del Congresso e poi ha esordito al Governo come capo del ‘Ministero della Gioventù’ (2008-2011).

Meloni non condivideva il sostegno del suo partito al gabinetto tecnocratico di Mario Monti e fondò il suo movimento, i Fratelli d’Italia, con altri traditori di destra. La sua lunga esperienza politica (è nato nel 1977 ma ha iniziato a prestare servizio nelle organizzazioni giovanili postfasciste all’età di 15 anni) lo ha reso un punto di riferimento per i diritti continentali fino a diventare nel 2020 presidente del gruppo conservatore europeo, a cui ha partecipato anche Vox .

Non è la prima volta nella storia italiana che i diritti postfascisti vogliono impossessarsi del governo. Ci tentò con un certo successo Gianfranco Fini – allora capo dell’Alleanza nazionale, partito di cui Meloni faceva parte – che divenne vicepresidente del governo insieme a Berlusconi e poi presidente del Congresso. Meloni raccoglie la testimonianza di Fini e rifonda un partito che porta il suo simbolo, la fiaccola del MSI, il Movimento Sociale Italiano, erede ufficiale del fascismo dal dopoguerra agli anni Novanta.

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Alberto Baroffio

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