Il “filo di forza” del pizzo europeo in mostra a New York

Il pizzo, materiale delicato e prezioso, è stato gentilmente invitato alle pareti del Bard Graduate Center di New York per una mostra intitolata “The Yarn of Strength: Lace from St. Gallen’s Textilmuseum”. Museo del Tessuto di San galloni). Questo museo svizzero di Saint-Gall ospita una delle quattro maggiori collezioni di merletti del mondo. Secondo una delle curatrici dell’evento, Emma Cormack, “New York accoglie, fino al 1 gennaio 2023, 200 tra i più bei esemplari del St. Gallo. Un libro squisito che racconta la storia di questo materiale lussuoso dalle sue origini, prima riservato ai reali, fino alla sua applicazione oggi resa possibile grazie ai progressi della tecnologia moderna. Il titolo della mostra, “Sons of Power”, è illustrato soprattutto dalle spettacolari gorgiere e gorgiere di pizzo che avvolgono il collo di regnanti e grandi personaggi del secolo scorso, conferendo loro un’aura in più. Il pizzo fatto a mano è soprannominato “oro bianco”, realizzato da lavoratori semplici, spesso poco pagati e anonimi. La sezione di apertura della mostra mostra le immagini di queste merlettaie del XVII e XVIII secolo, che erano responsabili di una grande produzione e operavano al di fuori del sistema sindacale. Con strumenti semplici, ago, bobina e filo e le loro dita talentuose, producono bellissimi lavori che spesso richiedono mesi. In questa sezione ci sono anche libri di ricamo di quei tempi.

Pizzo contemporaneo indossato dall’ex First Lady Michelle Obama. Foto tratta dal sito ufficiale del Bard Graduate Center

Punto Venezia e Punto Francia

La visita prosegue con una sezione dedicata ai vari usi del merletto, soprattutto durante il XVII e il XVIII secolo, quando era molto apprezzato soprattutto da Spagna e Francia, divenute centri politici e della moda grazie alla loro egemonia economica e culturale. In questa sezione sono esposti anche pezzi di antichi merletti italiani, che sottolineano il famoso punto veneziano, una specialità di alta qualità prodotta a Venezia e ricercata in tutta Europa. Presente anche il pizzo ad ago, chiamato point de France e sviluppato ad Alençon. Il tutto è accompagnato da ritratti di figure che indossano accessori di pizzo che sono diventati simboli di ricchezza e di importante status sociale. Per non parlare dell’onnipresenza del re Luigi XIV che controllava i centri di lavorazione del merletto nel suo paese, soprattutto a Valenciennes e Alençon. Il motivo Sun King dà origine a ricami lussuosi.

Pizzo, segno esteriore di ricchezza e potere. Foto tratta dal sito ufficiale del Bard Graduate Center

Pizzo high-tech nella stampante 3D

Così, dal filo di seta all’ago, l’Ottocento si sposta verso la meccanizzazione del pizzo grazie a una tecnologia avanzata. La regione di Saint-Gall in Svizzera iniziò questo processo e sviluppò quello che allora fu chiamato pizzo chimico. Questo pizzo è realizzato a macchina per ricamare il disegno su uno sfondo intrecciato che viene poi sciolto. Si acquista così un pizzo traforato che ha un rilievo ed è noto come guipure. Il tempo vola ma il pizzo resta senza tempo, come dimostra l’ultima parte della mostra presentandolo in una luce più contemporanea, adottata soprattutto dall’haute couture. Designer come Dior, Givenchy, Yves Saint Laurent, Prada, Oscar de la Renta e Akris hanno incorporato il pizzo industriale nei loro modelli. Le fashioniste lo adorano, così come l’ex First Lady Michelle Obama, fonte di ispirazione per le nuove tendenze della moda, che indossa un abito di pizzo giallo e un cappotto disegnato dalla stilista Isabel Toledo. Questo outfit fa parte della mostra, così come un accessorio che richiama l’importanza, anche simbolica, del pizzo: si tratta del colletto di pizzo che fu esibito durante la sua vita da uno dei giudici più famosi della Corte Suprema, Ruth Bader Ginsburg. È stato creato da Elena Kanagy-Loux, una merlettaia che funge anche da storica tessile e stilista pluripremiata. Infine, oggi, non abbiamo paura di fare pizzo passando da ago e fuso all’alta tecnologia, in particolare alle stampanti 3D, un nuovo tipo di fonte di produzione che spera di competere, in futuro, con un artigianato senza rivali. Ad esempio questo collare è stato realizzato nel 2021 e si chiama Hypertube Guipure, che è una replica del collare Elizabeth e realizzato da una stampante 3D in silicone.

Il pizzo, materiale delicato e prezioso, è stato gentilmente invitato alle pareti del Bard Graduate Center di New York per una mostra intitolata “The Yarn of Strength: Lace from St. Gallen’s Textilmuseum”. Museo del Tessuto di San galloni). Museo Svizzero a S. Questo gallone ospita una delle quattro principali collezioni di merletti…

Fedele Golino

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