Il cantautore italiano Totò Cutugno emozionato dalle sue canzoni al suo funerale a Milano

Roma, 24 agosto (EFE).- Il cantautore italiano Totò Cutugno, morto martedì scorso all’età di 80 anni, è stato licenziato oggi al suo funerale in una chiesa di Milano (nord) davanti a centinaia di persone che cantavano alcune delle sue canzoni. canzoni più riconoscibili, come “L’Italiano”, hanno reso omaggio.

I funerali si sono svolti presso la parrocchia dei Santi Nereo e Aquileo a Milano, alla presenza della moglie Carla, del figlio Nicola, dei nipoti e di altri parenti.

Parteciparono anche musicisti famosi come Gianni Morandi e Pupo, che furono spesso con lui nelle serate degli anni Ottanta al Festival di Sanremo e in altri eventi.

Appena uscito dall’urna, molti amici e seguaci del saggio musicista hanno cantato alcune delle sue canzoni più applaudite, come “Quanti cuori” o “L’Italiano”, una delle sue canzoni più conosciute all’estero.

Morandi lo ricordava come un “cantautore” e Pupo assicurava che, tra tutte le canzoni che aveva segnato una generazione, “avrebbe rubato” il brano “Gli amori”, colonna sonora del film “Non ti muovere” (2004). , con Penelope Cruz.

Cutugno è morto martedì all’ospedale San Raffaele di Milano (nord) dopo l’aggravarsi di una lunga malattia.

L’artista è autore di uno degli inni musicali italiani più amati e rappresentativi nel mondo, “L’italiano”, presentato all’edizione del Festival di Sanremo del 1983, alla quale partecipò quindici volte.

Successivamente, con il suo brano “Insieme: 1992”, è diventato il secondo vincitore italiano dell’Eurovision Song Contest nel 1990, impresa che non si vedeva dal 1964 con la partecipazione di Gigliola Cinquetti e che non si ripeterà fino al 2021 con il gruppo romano Maneskin .

Salvatore Cutugno è nato nella città toscana di Fosdinovo il 7 luglio 1943, nel mezzo della seconda guerra mondiale, anche se la sua famiglia si è presto trasferita in Liguria (nord-ovest).

Fin da giovanissimo mostrò talento per la musica e, incoraggiato dalla sua stessa famiglia, negli anni sessanta iniziò a suonare la batteria nel gruppo “Toto ei Tati” e successivamente formò il gruppo “Albatross”, nel quale cantava anche.

Alla fine degli anni settanta inizia la sua carriera da solista, conquistando il pubblico con album come “Voglio l’anima” (1979), “La mia musica” (1981) e “L’Italiano” (1983).

Nel suo ultimo album inserisce l’omonima canzone diventata inno in tutto il mondo e in essa invita a “Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano”.

Con oltre cento milioni di dischi venduti, è uno dei musicisti italiani più rilevanti a livello internazionale, sebbene abbia anche scritto testi per altri grandi della “canzone” italiana come Adriano Celentano, tra gli altri.

Elena Alfonsi

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