La vittoria elettorale di Giorgia Meloni in Italia e la possibile formazione del primo governo di destra dopo la seconda guerra mondiale hanno suscitato timore tra i reduci della lotta per i diritti civili che hanno vinto la battaglia per il divorzio e l’aborto, nonché tra coloro che ancora lottano per la stesso. -sesso matrimoniale e altre libertà.
Temendo che l’ondata di conservatori rivelata alle elezioni legislative di domenica possa erodere i loro sudati diritti civili, le donne italiane hanno organizzato eventi per alzare la voce in difesa del diritto all’aborto.
Gli organizzatori temono che il partito di Meloni, i Fratelli d’Italia, lancerà una “triade politica di ‘Dio, Paese e famiglia’”, in riferimento al suo manifesto politico.
Imporrà “ruoli di genere rigidi e assegnerà compiti riproduttivi e di crescita alle donne bianche, patriarcali ed eterosessuali della nazione”, hanno affermato gli organizzatori mentre annunciavano un’azione contro i piani del governo di Meloni, che diventerà il primo premier estremo. destra del dopoguerra e la prima donna in quella posizione.
Emma Bonino, forse l’attivista per i diritti civili più famosa d’Italia, ha perso il suo seggio al Senato a causa del consigliere romano dei Fratelli d’Italia, il partito fondato dieci anni fa da Meloni, che glorificava la maternità e la famiglia “tradizionali” e rifiutava gli attivisti per i diritti. come “lobbisti”. Lo slogan principale della campagna di Lavinia Muninno è aumentare la natalità.
Bonino ha detto telefonicamente ad AP di essere troppo impegnato a preparare le richieste di riconteggio dei voti per le elezioni a porte chiuse per parlare di diritti civili. “Dopo tutto, ho detto tutto” nella campagna, ha detto. Bonino ha espresso il timore che Meloni rendesse difficile l’accesso all’aborto.
L’Italia consente l’aborto gratuito durante le prime 12 settimane di gravidanza, o successivamente se la salute o la vita della madre sono in pericolo.
Prima delle elezioni del 25 settembre, Meloni ha detto che avrebbe rispettato la legge sull’aborto del 1978, ma avrebbe spinto per un aiuto finanziario per le donne che scelgono di partorire piuttosto che abortire.
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