La Corte di Cassazione francese, la più alta corte, ha respinto i nuovi tentativi delle autorità italiane di estradare dieci ex membri delle Brigate Rosse, che considera un’organizzazione terroristica.
La sentenza ha affermato che questi individui, giudicati colpevoli “in contumacia” in Italia di reati terroristici tra il 1983 e il 1995, avevano vissuto in Francia fino a 40 anni e si erano integrati professionalmente e socialmente, in modo che l’estradizione “causasse un danno irreparabile”. proporzionato al diritto alla vita privata e familiare.
L’Italia chiede la loro estradizione nel 2020, in modo che possano scontare le condanne successivamente comminate per le loro attività durante gli anni ’70 e ’80, i cosiddetti “anni della leadership”, durante i quali ha operato l’organizzazione di sinistra.
Già nel 2022 la corte d’appello ha rigettato questa richiesta, considerando che queste persone non solo hanno tagliato ogni legame con l’Italia e sono state integrate in un nuovo Paese, ma anche perché la legge italiana non fornisce garanzie, per cui molti di loro sono stati giudicati colpevoli . in contumacia’ e senza avere il tempo di difendersi nel nuovo processo.
Questa decisione pone fine a una disputa tra Francia e Italia che dura da decenni e che sembrava essersi riaccesa quando il presidente francese ha sorprendentemente permesso che queste dieci persone fossero arrestate nell’aprile 2021.
Le Brigate Rosse si sono formate a Milano negli anni ’70, nel contesto dei colpi di stato fascisti in Cile e in Grecia e temevano che qualcosa di simile accadesse in Italia. Era un medium e il rapimento e l’omicidio dell’influente ex primo ministro italiano Aldo Moro nel 1978. Anche se tutto ciò che circonda la sua morte rimane poco chiaro fino ad oggi.
La Francia è diventata il principale rifugio per molte di queste persone che per anni hanno fatto parte delle Brigate Rosse, dopo che l’allora presidente francese, Francois Mitterrand, ha offerto loro asilo politico in cambio della rinuncia alla violenza a metà degli anni ’80.
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