La verità mi ha dato paura dei clowno clown, come li chiamano anche nella mia lingua Terra di Oaxaca. Infatti, quando lo trovavo per strada o in un luogo pubblico, correvo come una freccia, spaventata, con la faccia triste e i nervi a mille. Natura umana. Un bambino di sette anni che scappava da un clown deve averlo visto!
Non so perché. In realtà non posso spiegarlo oggi. Ma alloras’come lo spiego nel mio cuore’ se provo panico per loro. Sentivo che era un fenomeno naturale, un personaggio malvagio, un orrore.
E la cosa peggiore: ridono come matti di qualsiasi cosa, vogliono essere divertenti con ragazzi e ragazze e con i genitori di ragazzi e ragazze… vogliono che tutti noi ridiamo delle loro svolte, magie, cadute e rialzi; pantaloni logori, scarpe giganti succulina, una parrucca con una zona calva davanti e soprattutto vernice bianca sul viso, un grande sorriso dipinto di rosso e basta… ecco: un naso come una palla di gomma, di quelli che esistevano prima e rimbalzava sul pavimento verso l’infinito , che assomiglia ad una spugna compressa, di colore rosso.
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Sono pagliacci. Per le sue buffonate. Per i loro errori eccessivi. Grazie alla simulazione delle voci dei bambini o dei giganti. Perché sono personaggi che vivono per far ridere, per far sentire gli altri superiori perché non commetterebbero mai lo sproposito che hanno commesso alla minima provocazione…
Tuttavia, i clown mi hanno dato la sensazione che mi stessero inseguendo, che mi avrebbero preso e mi avrebbero fatto mangiare del cibo che non mi piaceva, che mi avrebbero iniettato una specie di vaccino; lavarmi le orecchie passo dopo passo; gettare le mie scarpe; piegare i miei vestiti in modo che non si sgualciscano; che sia obbediente a scuola e a casa; per non impigrirmi con i miei amici che giocano a biglie; per non perdermi dopo aver fatto i compiti: è la minaccia che senza rendermene conto mi fa paura di loro, dei pagliacci della lega…
I clown di strada non si stavano divertendo, poiché il loro pagamento era sotto forma di monete, alcune delle quali venivano lasciate cadere nei loro cappelli che venivano posti sul pavimento.
Ah! Proprio per questo. Conosco solo clown che camminano per strada facendo i loro spettacoli divertenti circondati da gente che ride e ridono e bambini che guardano e ridono – non io – e che alla fine di uno spettacolo della durata di una decina di minuti devono rilassare i loro corpicini. con alcune monete per il cibo e il mantenimento dell’uomo dal naso rosso di plastica e della sua famiglia che – pensavo – l’avrebbe avuto anche lui naso a palla rosso.
Pagliaccio di strada Non si stavano divertendo molto, dato che la loro vincita consisteva in poche monete, alcune delle quali furono lasciate cadere nei loro cappelli che furono messi sul pavimento. Dalle ‘spese quindicinali’ vengono prelevati solo pochi centesimi. Perché noi che circondavamo il clown eravamo – e siamo – lavoratori, gente comune, persone che portano le borse della spesa e qualche moneta nelle borsette delle donne o nelle tute indossate dagli operai…
Ma tutti risero. Aspettano dieci minuti per godere del fascino di un uomo o di un giovane o di un ragazzo che indossa abiti colorati per mostrare gioia e non tristezza…
Anni dopo li vedo in più posti Ad hoc Per loro: un circo completo. Erano loro che entravano nell’arena del circo ridendo della gioia della piccola, chiassosa e allegra orchestra.
E ‘acceso Circo Atayde che è appoggiato a terra Bella vistaa quel tempo Distretto Federale (“Sabato Distrito Federal… Sabato Distrito Federal… ay-ay-ay-ay!)… Era un grande circo con molti spettacoli, ma erano i clown ad essere superiori perché aprivano lo spettacolo e rimanevano lì come spiriti circensi per tutto il tempo. spettacolo e nelle “diverse figure di trapezio, feroci leoni in gabbia, uomini con le frecce e altro ancora…
Ma i clown hanno organizzato la festa in modo pacifico e felice. “Pagliaccio!”. “Smettila di essere più un clown! “Non comportarti come un clown!” “Continua con le tue buffonate!” “Era così clownesco…”! E tutta la litania rivolta ai clown è proprio questo: clown.
Sono clown che ci rendono felici e ci raccontano cosa, nella loro logica, è la vita: una gran risata – una fetta di anguria –
Cioè, e lo dicono i libri: “Il termine ‘clown’ “Viene dall’italiano pagliaccio, che a sua volta deriva da paglia, poiché l’abbigliamento tradizionale del personaggio ricorda un materasso pieno di paglia (pagliericcio).”
E i libri continuano: “Il forma di clownA quel tempo lasciarono parte del palazzo del Faraone Quinta dinastia egizia, nel 2.500 a.C. C. Diventa a commercio in mentofinché, attraverso tende e carovane, divennero parte delle corti reali e degli intrattenimenti sociali nel II secolo a.C. C.
“Allo stesso tempo, a Grecia e poi a Roma, Appaiono nelle commedie teatrali Antica Roma e da personaggi popolari, divertenti e maleducati. come una tradizione che fa parte di un’opera teatrale. In Messico Si dice che quando Hernán Cortés incontra Montezuma, nel suo palazzo c’erano nani e giullari gobbi simili agli europei. In più c’è la storia, la passione e la follia.
I clown sono sacri; il clown è figo, dico. Perché ci sono clown che si comportano da clown e abusano dei loro trucchilato dell’ingenuità e dell’umorismo per renderlo divertente, tragico o pericoloso. Ma fortunatamente questa non è una cosa comune ed è più un’eccezione.
Cos’altro c’è da dire pagliaccio, è divertentes, quelli che fanno ridere e accompagnano la tragedia o la felicità della propria vita e la propria intensità corrosiva. Sono clown che ci rendono felici e ci raccontano cosa, nella loro logica, è la vita: una risata fortissima. “fetta di anguria.”
Aria è molto famosa “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, uno dei capolavori del realismo estremo italiano. Opera, presentata in anteprima all’el Teatro dal Verme di Milano nel 1892 Questo è uno dei titoli più conosciuti e di maggior successo del compositore: “Ridi, clown, e tutti applaudiranno! Trasforma le convulsioni e il pianto in una risata, il singhiozzo in una smorfia: fa male. Ridi, pagliaccio, del tuo amore spezzato; ridi del dolore che ti avvelena il cuore…”
Grimaldi è il primo antenato riconoscibile dei clown moderni Homo erectus dell’evoluzione dei clown. In sua presenza, un clown può truccarsi, ma di solito solo un po’ di fard per dare l’impressione che sia fiorito, comicamente ubriaco o maleducato.
“Grimaldi, invece, indossava un costume strano e colorato, con il volto dipinto di bianco, con macchie rosso vivo sulle guance. Era un maestro della commedia fisica – saltava in aria, si metteva a testa in giù, si batteva con colpi esilaranti che facevano rotolare il pubblico in sala – così come della satira, irridendo le mode assurde dell’epoca, del comico. imitazioni e canzoni oscene”.
Quanti clown ci sono stati nel mondo! Un grosso quantitativo. Nel Messico Giù, clown; Spazzola; qualche lacrima; platanite; Punto; Piccola matita…molti di loro sono registrati nella storia. Principalmente per le sue qualità artistiche. Raramente perché coinvolti in problemi di altra natura.
Sono persone straordinarie che ci mostrano come essere felici abbastanza a lungo da permetterci di dimenticare… o ricordare. Sono loro il cui compito è intrattenere
C’è un circo. C’è uno spettacolo davvero stravagante, così Circo del Sole dove il fascino circonda i clown che poi sono clown… C’è chi per strada… o al ristorante o alle feste per bambini o disonesto alle feste per adulti… Oppure Brozo, Lui il clown più oscuro.
Poi ho scoperto la verità: i clown sono esseri umani in carne e ossa, con un pezzo di collo, che dedicano la loro vita, la loro vita grande, divertente e colorata, a far ridere la gente. E sebbene nella vita di tutti i giorni e a casa siano capricciosi come qualsiasi essere umano, con infiniti problemi, sogni, ideali, conflitti, amori, non sono così uguali al resto di noi.
Sono persone straordinarie che ci mostrano come essere felici abbastanza a lungo da permetterci di dimenticare… o ricordare. Sono loro il cui compito è intrattenere. Ma serve anche a dirci che la vita può nascondere identità inaspettate: giorni mascherati.
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Oggi non ho più paura clown Per i clown. Li rispetto; Ho tenerezza verso di loro; Come; gratitudine; tesoro… sì, tesoro perché sono loro – persone sane, trasparenti e impeccabili -, persone che ci accompagnano da molto tempo dicendoci: state attenti, state attenti ‘la vita non è molto seria nelle sue cose… ma ma soprattutto diteci: “Devi sorridere, piccolo clown…!”
“Appassionato di Internet. Professionista del caffè. Studioso di cultura pop estremo. Piantagrane pluripremiato.”