Daniel Ortega nomina il figlio di un mafioso italiano come suo nuovo ambasciatore in Andorra

Daniel Ortega ha ufficializzato la nomina questo martedì MaurizioCarloAlbertoGelliun cittadino nicaraguense nazionalizzato italiano, come suo nuovo ambasciatore in Andorrariporta la Gazzetta Ufficiale, La Gaceta.

Attraverso l’accordo presidenziale numero 102-2023, ortega ha nominato Maurizio Gelli Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Nicaragua dinanzi al governo del Principato di Andorra, come parte concorrente avente sede nel Regno di Spagna.

“Questo accordo entra in vigore in questa data”, cita parte del documento ufficiale pubblicato il 27 giugno.

Murizio Gelli ha nazionalizzato il Nicaragua nel 2009 e lo è stato da allora ortega Lo ha elevato a diverse posizioni diplomatiche, anche se la sua carriera di rappresentante del paese è iniziata nel 2005 sotto l’amministrazione del defunto Enrique Bolaños.

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Nel 2013 Mauricio Gelli è stato nominato ambasciatore Nicaragua contro l’Uruguay per quattro anni. Nel 2017 ha ricoperto lo stesso incarico davanti al Canada e nel 2022 è stato nominato ambasciatore del Nicaragua in Spagna.

Oltre a una lunga carriera nelle cariche diplomatiche, Mauricio Gelli era figlio di Licio Gelli, capo fascista legato a diversi episodi burrascosi in Italia.

papà delinquente

Licio Gelli è morto nel 2005 all’età di 96 anni. Dapprima fu coinvolto nel movimento fascista di Benito Mussolini, poi si offrì volontario per combattere contro il generale Francisco Franco nella guerra civile spagnola e si unì ai partiti neofascisti.

Negli anni ’60 entra a far parte della locanda e nel 1970 fonda la loggia P2.

Sebbene Gelli sia stato condannato a dodici anni di reclusione per frode legata al fallimento di una banca collegata al Vaticano, non ha mai scontato una lunga pena detentiva ed è stato anche riconosciuto colpevole di ostruzione alla giustizia durante un’indagine sull’esplosione della stazione ferroviaria di Bologna del 1980 che uccise 85 persone. persone.

Gelli è scappato dagli arresti domiciliari nel 1998 dopo essere evaso da una prigione svizzera. Fu arrestato quattro mesi dopo, ma i tentativi di imprigionarlo fallirono nel 1994.

“Sono fascista e fascista morirò”, disse Gelli nel 1999.

Alberto Baroffio

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