Controversia franco-italiana, crisi europea

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, votata alla linea dura sull’asilo, si è sentita in dovere di convincere la Lega xenofoba di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi. I due partiti che compongono, con Fratelli d’Italia, la coalizione di governo giocano sfacciatamente la carta sovranista e anti-immigrati. L’accoglienza di 230 migranti da Ocean Viking non avrebbe mai dovuto essere motivo di tensione tra Francia e Italia.

La dura risposta del ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, che si è rifugiato dietro il diritto internazionale, illustra fino a che punto l’immigrazione, in Francia, sia diventata un argomento esplosivo per Emmanuel Macron, consapevole dei rischi di lasciare il campo aperto. Raduno Nazionale Marine Le Pen. Parigi non solo ha sospeso l’attuazione dell’Accordo europeo per la ricollocazione dei richiedenti asilo – che prevedeva che una decina di Paesi europei riprendessero in carico 8.000 migranti dal primo ingresso (3.500 per la Francia) –, ma ha anche disposto l’invio di 500 agenti al Confine franco-italiano. Movimento senza precedenti nell’Unione europea Schengen.

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La crisi franco-italiana potrebbe non essere l’unica cosa che scuoterà l’Europa nel prossimo futuro. Perché evidenzia l’incapacità dell’UE di coordinare adeguatamente le politiche migratorie. Da quando Angela Merkel ha fatto saltare in aria il regime di Dublino sulla migrazione nel 2015 aprendo le sue porte a quasi un milione di migranti in Germania, Bruxelles ha cercato di compensare le inadeguatezze del suo sistema di asilo, ma i suoi sforzi rimangono ampiamente inadeguati. Al di là di una genealogia post-fascista di Giorgia Meloni che incoraggia ad attribuirle le colpe della crisi diplomatica, gli occupanti di Palazzo Chigi additano un fallimento europeo per il quale l’Italia continua a pagare un prezzo alto. I paesi dell’UE in prima linea nei flussi di rifugiati sopportano il peso maggiore della migrazione.

Se l’UE vuole mantenere la sua coesione in quest’era di turbolenze geopolitiche, dovrà rivedere le regole di Dublino, che non sono in grado di garantire un minimo di solidarietà tra gli europei. È un dovere che ha anche nei confronti dei migranti stessi, più di 20.000 dei quali sono morti nel Mediterraneo dal 2014. È tempo che l’Europa si coinvolga maggiormente nella gestione dei flussi migratori a monte. Altrimenti lo psicodramma umano e diplomatico si ripeterà all’infinito.

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Fedele Golino

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