Senza alcuna affiliazione politica all’origine, Giuseppe Conte ha accolto la richiesta di Beppe Grillo di prendere il controllo del M5S dopo la caduta del suo governo a gennaio. Ne è seguito un alterco, Beppe Grillo ha accusato l’ex capo del governo di aver tentato di licenziarlo.
Dopo mesi trascorsi a sistemare le lotte intestine che hanno afflitto il partito, Conte sta lavorando a un progetto di riorganizzazione che allinei il M5S alla classica posizione di centrosinistra. Beppe Grillo si oppose ferocemente a queste riforme a fine giugno.
Le turbolenze minacciano la stabilità del governo di unità nazionale di Mario Draghi, anche se non richiede i voti del M5S, membro della coalizione, per ottenere la maggioranza parlamentare.
Molti leader e sostenitori del movimento sono scontenti delle scelte fatte da Mario Draghi e la scissione potrebbe spingere alcuni funzionari eletti all’opposizione.
“E’ ora di lasciarsi alle spalle l’ombra dei giorni difficili”, ha detto domenica Giuseppe Conte, dicendosi “pienamente soddisfatto” dell’accordo siglato con Beppe Grillo.
Secondo l’ex presidente del Consiglio era stata stabilita una netta ripartizione dei ruoli: spettava a lui guidare il partito, a Beppe Grillo essere il garante dei principi fondanti del M5S.
“Beppe Grillo e Giuseppe Conte hanno approvato all’unanimità le nuove regole del Movimento 5 Stelle”, ha assicurato Vito Crimi, leader del partito ed ex dirigente ad interim.
Avrebbe luogo una votazione sulla nuova legge e sulla leadership del partito, ha aggiunto senza ulteriori dettagli.
(Relazione di Giulia Segreti, versione francese di Bertrand Boucey e Sophie Louet)
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