Circa 1.200 persone si sono radunate a Ferraz nell’undicesimo giorno di proteste

Circa 1.200 persone si sono radunate a Ferraz nell’undicesimo giorno di protesteRodrigo Jiménez / EFE

Circa 1.200 persone hanno partecipato questo pomeriggio ad una manifestazione contro l’amnistia tenutasi per undici giorni consecutivi attorno alla sede del PSOE a Ferraz.

Lunedì si sono uniti ancora una volta in una nuova giornata di proteste, l’undicesima da quando hanno iniziato a protestare Accordo PSOE con gli indipendenti catalanied esso legge sull’amnistia, che proprio questo pomeriggio è stato depositato al Congresso dei Deputati.

Già alle 20.00 la Polizia Nazionale ha iniziato a bloccare il traffico in via Marqués de Urquijo, mentre Ferraz, Buen Suceso e Quintana avevano già chiuso prima dell’orario ufficiale annunciato sui social network e supportato da Vox con numerose recinzioni di protezione per impedire l’accesso alla strada nazionale. sede dei socialisti.

Infatti, i leader di Vox si sono uniti alle proteste, Santiago Abascalinsieme al presidente del parlamento, Pepa Millán, e al vicepresidente di Castilla y León, Juan García Gallardo, che erano stati visti in precedenti manifestazioni nello stesso periodo.

Sotto una forte forza di polizia come nei giorni precedenti, intorno alle 19.30 si erano già radunati centinaia di manifestanti, lanciando proclami che suonano di questi tempi come ‘questo non è un quartier generale, questo è un bordello’; ‘Sánchez, se hai le palle, fai le elezioni»; ‘Puigdemont in prigione‘; “in tempi di carestia e di insetti rossi” o “socialisti, terroristi”.

Hanno attaccato anche la stampa, definendola manipolatrice, la Polizia Nazionale che l’ha accusata di essere “Marlaska” e il Re che ha chiesto: “dov’è Sua Maestà?”.

Tra gli altri canti, i manifestanti hanno ripetutamente chiesto a Sciopero generale contro la legge sull’amnistia e contro il governo spagnolo in quello che consideravano un “complotto golpista”.

Con l’altoparlante in mano, un manifestante in prima fila ha espresso il suo “disgusto” per il governo e la “vergogna per la Spagna, assicurando che l’Italia starà molto meglio: “Andrò in Italia con la Meloni”, ha lanciato a l’alto della sua voce, il volume della sua voce, con conseguente sostegno da parte degli altri partecipanti.

Si sono visti anche alcuni striscioni con la scritta: “I crimini che avete commesso oggi, se in nome dell’indipendenza della Catalogna vi sarà concessa l’amnistia”, oltre ad alcune bandiere spagnole.

Alberto Baroffio

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