Ciccone, staffetta italiana – AS.com

L’Italia sta vivendo un buon momento ciclistico. Per il quarto anno consecutivo guidano la classifica dei paesi con più vittorie mentre la Spagna, ad esempio, fatica a questa Vuelta per non lasciare spazi vuoti per la prima volta in quella big. Tuttavia, nei paesi transalpini solo veterani come Damiano Caruso (33 anni) o Vincenzo Nibali (36 anni) sono riusciti negli ultimi anni a scalare vette importanti. Ecco perché i fan italiani in attesa del ruolo del progetto ciclistico di tre settimaneGiulio Ciccone (Chieti, 26 anni).

Attualmente è 12° assoluto, ma spera “nelle fasi difficili della scorsa settimana di poter fare il salto in generale”. “Penso di poter aspirare ad essere tra i primi 5 in questa Vuelta, almeno lotterò per questo”, ha spiegato il leader di Trek agli Stati Uniti. Anche questo corridore, che si è rinnovato fino al 2024 con una formazione americana (con una grande presenza italiana grazie al suo sponsor Segafredo), proverà a lottare per la vittoria, anche se la prima cosa è essere uno dei contendenti al privilegio posizione.

Così la vedono anche nella loro squadra, dove hanno il massimo supporto, come ha spiegato dall’inizio della gara uno dei loro dirigenti, Gregory Rast: “Per la prima volta nella sua carriera, si vede come l’unico leader del Grand Tour e con questo arriva una responsabilità. Ma crediamo che abbia tutte le caratteristiche per brillare nelle tre settimane di test”. In molti, infatti, hanno visto in lui l’erede Vincenzo Nibali, fino ad oggi suo compagno di squadra, che a fine stagione sembra destinato a lasciare la formazione. Ciccone ha spiegato che questo paragone con gli Squali non gli dà fastidio, ma non ha senso: “Le persone tendono a creare somiglianze tra corridori di epoche diverse. È uno sport in continua evoluzione, in cui il modo di correre è cambiato, quindi penso che anche tracciare parallelismi tra diversi tipi di ciclismo sia ingiusto”.

Attualmente si dedica ad imparare dalla Vuelta dove visse la sua prima partecipazione, dove stranamente disse addio a un altro corridore che venne ad essere nominato prossimo idolo italiano, Fabio Aru, vincitore dell’evento nel 2015. “Stiamo soffrendo il caldo ed è un percorso molto difficile, ma devo anche dire che è stata una bella gara”, ha detto gentilmente dell’esame che, a questo punto, si stava “divertendo”. Una gara in cui brillano anche altri ciclisti italiani di profilo diverso. È il caso di Andrea Bagioli (Deceuninck), secondo a Córdoba a 22 anni, che ha le doti di un esplosivo finisher, o di Alberto Dainese, velocista DSM di 23 anni, che in questo Vuelta.

Tuttavia, da oggi a Villuercas, tutta l’attenzione dei tifosi italiani è su Ciccone che è ben posizionato per ottenere il miglior risultato della sua carriera nel Grand Tour.

Giacomo Sal

"Esploratore. Introverso. Inguaribile specialista del cibo. Secchione della musica. Appassionato di alcol. Esperto di birra."