” NO “. Questa è stata la risposta ferma e solidale del ministro della Transizione digitale, Jean-Noël Barrot, interpellato da Galleria di imitare l’Italia, che ha deciso di bloccare ChatGPT, una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale dell’americana OpenAI. Secondo lui la decisione del Garante italiano per la protezione dei dati personali è stata una “cattiva risposta”.
Tuttavia, l’agenzia italiana “si è innanzitutto chiesta se ChatGPT sia conforme al GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati). Non credo che lo rispettasse”, ha detto Jean-Noël Barrot. I rom hanno anche sottolineato la mancanza di verifica dell’età degli utenti di Internet. Giovedì OpenAI ha dichiarato di voler “rafforzare la trasparenza nell’uso dei dati personali […] e garanzie per i minori”.
Vedere. Parigi non vuole essere da meno e vuole “supervisionare l’innovazione affinché sia in linea con i principi a cui aderiamo”, ha spiegato a La Tribune il ministro delegato alla Transizione digitale. “Quando ChatGPT è entrato nella nostra vita quotidiana, ho contattato il Comitato Pilota Nazionale per l’Etica Digitale”, ricorda. Entro pochi mesi dovrebbe essere espresso un parere.
Insomma, sebbene l’intelligenza artificiale possa causare cambiamenti significativi, soprattutto economici, nelle società occidentali i legislatori faticano a definirne le regole. Ciò dovrebbe essere fatto rigorosamente per evitare impatti indesiderati, o si dovrebbe dare libero sfogo all’innovazione per cercare di ottenere il maggior beneficio possibile?
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