Si sta organizzando una resistenza contro ChatGPT e la nuova IA generativa. Dopo Italia e Germania, il celebre robot conversazionale ideato da OpenAI è stato oggetto delle prime due denunce in Francia. Queste due azioni, rivelate dal sito Informato, depositata il 4 aprile presso Cnil, polizia francese per i dati personali. Riguardano l’uso dei dati degli utenti di chatbot.
Il primo è stato proposto dall’avvocato Zoé Villain, presidente dell’associazione per sensibilizzare sulle tematiche digitali di Janus International. Quest’ultimo ha spiegato di aver creato un account sul sito web di OpenAI, l’azienda californiana dietro il software, per utilizzare ChatGPT e scoprire l’assenza di “condizioni generali d’uso” da accettare e “qualsiasi politica sulla privacy”.
Il secondo viene da David Libeau, uno sviluppatore fortemente investito nella protezione dei dati personali. Quest’ultimo ha spiegato nella sua denuncia per identificare false informazioni personali su di lui chiedendo a ChatGPT sul suo profilo. Secondo lui, “gli algoritmi iniziano a inventare e mi collegano alla creazione di siti Web o all’organizzazione di dimostrazioni online, il che è completamente sbagliato”.
Queste due azioni si basano su Regolamento europeo sui dati personali (GDPR), che le informazioni sulle persone devono essere accurate e qualsiasi trattamento dei dati deve essere corretto. L’IA generativa, la tecnologia alla base di ChatGPT, può effettivamente produrre risposte imprecise o addirittura artificiose a causa dell’addestramento dell’algoritmo su grandi insiemi di testo ottenuti da Internet, ma non necessariamente verificati a monte.
Venerdì scorso, l’Italia è diventata il primo paese a bloccare temporaneamente ChatGPT, principalmente a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza dei dati personali, l’assenza di registri informativi per gli utenti e l’assenza di filtri per controllare l’età degli utenti. Altre autorità europee, tra cui Francia, Irlanda o Germania, si sono rivolte ai loro partner italiani per definire una posizione congiunta su ChatGPT.
Secondo le nostre informazioni, La Francia non vuole fare da sola in questa faccenda. Non si tratta di vietare ChatGPT o di imporre una moratoria sullo sviluppo dell’IA generativa, ma piuttosto sostenere un approccio comune all’imposizione di salvaguardie a livello europeo. Il Parlamento europeo dovrà esaminare nelle prossime settimane l’IA Act, un disegno di legge che dovrebbe inquadrare l’emergere dell’intelligenza artificiale all’interno dell’Unione europea fissando una serie di limiti e garantendo i diritti degli utenti. Tuttavia, il testo non può essere applicato per due anni.
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