La Commissione europea ha ricordato lunedì al nuovo governo italiano che gli Stati membri hanno un “dovere morale” e un “obbligo legale” di soccorrere i migranti in mare, indipendentemente dalle circostanze in cui vi giungono. Nel frattempo, centinaia di persone hanno continuato ad aspettare a bordo di un battello di salvataggio nei pressi di un porto italiano senza che le autorità italiane consentissero lo sbarco. Il caso esemplifica le politiche intransigenti sull’immigrazione del nuovo primo ministro italiano, Giorgia Meloni di estrema destra, ha alimentato le tensioni tra Roma e le organizzazioni umanitarie, la nave di soccorso – una delle quali batte bandiera tedesca – e Berlino. . L’Italia, che domenica finalmente ce l’ha fatta sbarco degli elettiha chiesto che gli stati di bandiera delle navi di soccorso siano responsabili della distribuzione dei migranti.
I dirigenti della comunità, che insistono sul fatto di non avere il potere di decidere sulle operazioni di salvataggio in mare o di identificare i siti di sbarco, avevano indicato lunedì che stavano seguendo la situazione di 573 migranti in attesa di sbarcare da quattro navi. dai porti italiani, secondo i loro dati. “In conformità con gli standard internazionali, dovrebbe essere fatto tutto il possibile per garantire che il tempo trascorso dalle persone su queste navi sia ridotto al minimo”, ha affermato un portavoce della Commissione europea per gli affari interni e l’immigrazione. Inoltre, circa 500 persone in più – compresi bambini – sono state soccorse nelle ultime ore e si trovano già in Sicilia, ha riferito il sindaco di Siracusa all’Agence France Presse. “Prima saranno visitati da un medico, poi saranno identificati dai carabinieri e poi saranno trasferiti in un centro di accoglienza”, ha detto Giuseppa Scaduto.
Bruxelles, inoltre, ha esortato gli Stati membri a cooperare e ad assumersi i propri obblighi legali per garantire il salvataggio in mare. Un portavoce del ministero degli Affari esteri tedesco, che ha si è scontrato con l’Esecutivo Meloni Chiedendo di far entrare “rapidamente” i migranti soccorsi, lunedì ha commentato che il governo tedesco era in trattative con l’Italia sullo status giuridico dei migranti. Lunedì l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) hanno esortato l’Italia a scaricare “senza indugio” le persone bloccate.
La situazione a bordo della nave è tesa, disperata per alcuni dei migranti che da più di una settimana non mettono piede sulla terra ferma e per l’equipaggio, che dà il polso all’Italia e ha presentato ricorso in tribunale contro la decisione dell’Esecutivo Meloni.
La politica di immigrazione del governo di destra è entrata in pratica venerdì, quando il suo ministro degli interni, Matteo piantedosi, ha annunciato che consentirebbero solo sbarchi selettivi da parte di navi di ONG che entrano nelle acque territoriali. In altre parole, l’Italia accetterà solo di ospitare temporaneamente passeggeri su queste navi che bisogno di assistenza umanitaria come donne incinte, bambini o malati. Il resto deve rimanere sulla nave in servizio e tornare in acque internazionali. Il primo tentativo non andò come sperava l’Esecutivo e le prime due navi arrivate nei porti italiani si rifiutarono di salpare dopo lo sbarco di passeggeri ritenuti “fragili”. Altre due navi attendono istruzioni in mare.
Sabato, alcuni dei passeggeri di umanità 1, bandiera tedesca. L’Italia ha permesso a 155 immigrati su 179 che erano stati salvati di mettere piede sulla terraferma. Gli altri, circa 24 uomini adulti senza problemi di salute, sono ancora sulla nave, attraccata al porto. Sono stati effettuati anche atterraggi selettivi a geobarenti, Medici Senza Frontiere (MSF), da cui sono sbarcate 357 persone, per lo più donne e bambini, mentre 215 dei naufraghi sono rimasti a bordo.
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Tre di loro sono saltati nelle acque al largo del porto siciliano di Catania lunedì dopo che le autorità italiane si sono rifiutate di lasciarli sbarcare. I tre uomini uscirono dal mare con le loro forze; ei due regolari lunedì pomeriggio si sono seduti sul molo centrale del porto e si sono rifiutati di ricominciare, secondo Efe. Gli altri tornarono alla barca e spiegarono che era saltato in acqua per aiutare gli altri due.
Gli immigrati hanno appeso diversi striscioni sul ponte della nave con la scritta “Aiutaci” (aiutaci), mentre due dozzine di attivisti sono venuti al porto per gridare “vergogna o libertà”.
La mossa dell’Esecutivo Meloni cerca di fare pressione sull’Unione Europea e sui Paesi contrassegnati dalle bandiere trasportate dalle navi delle Ong affinché si assumano la responsabilità della distribuzione dei migranti in altri Paesi. Papa Francesco, leggermente sospettoso di allinearsi con i postulati di estrema destra sull’immigrazione, ha sottolineato domenica nel suo viaggio di ritorno dal Bahrain a Roma: “La politica migratoria deve essere concordata con tutti i Paesi dell’Ue, che devono intervenire in questa situazione, con un politica di cooperazione.” e di assistenza, non potendo lasciare da soli Spagna, Cipro, Italia e Grecia, e con tutte le responsabilità dei migranti in arrivo”.
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