Gli attivisti cubani si sono scatenati martedì prima Commissione Parlamentare Italiana per i Diritti Umani la situazione più di mille prigionieri politici e chiedono che quell’esempio agisca in solidarietà con le richieste di libertà dei cittadini a Cuba.
Rosa Maria Payacoordinatore della piattaforma Cuba decidee gli avvocati Marco e Giulio Pelliterodall’associazione Cuba per la democraziaha testimoniato sul “terrorismo di Stato contro il popolo cubano” del regime e ha chiesto la sospensione dell’Accordo di cooperazione tra l’Unione europea e il governo dell’isola, ha affermato dichiarazione di Cuba Decide.
Payá mostra un video con le testimonianze dei parenti dei prigionieri politici: Adriana Delgado, il cui padre è in condizioni critiche Salute; Luis Wilber Aguilar Bravo, che ha denunciato la condanna a 23 anni del figlio di 21 anni per aver manifestato pacificamente; Voi Roxana Garcia Lorenzoche racconta di aver picchiato e violentato il fratello dopo 11 luglio.
Nel suo intervento, l’attivista ha sottolineato che il regime cubano, che promuove il riconoscimento dell’indipendenza delle regioni ucraine di Donetsk e Lugansk e replica il discorso russo attraverso i suoi media, si comporta come il miglior alleato di Vladimir Putin in America Latina.
Ha chiesto alla commissione parlamentare di denunciare il Trattato di Cuba sul dialogo politico e la cooperazione con l’Unione europeapromuovere l’imposizione di sanzioni ed esigere che le imprese italiane a Cuba rispettino i diritti umani.
Da parte loro denunciano gli avvocati di Marco e Julio Pellitero finanziamento fornito dal tesoro italiano alle ONG del governo cubano che fungono da società civile e hanno chiesto al Parlamento di riconoscere i veri attori civili e l’opposizione indipendente dentro e fuori Cuba come legittimi interlocutori.
rappresentante Laura Boldinipresidente del Comitato per i diritti umani, ha ringraziato gli attivisti per la loro presentazione ed ha espresso preoccupazione per l’attuale situazione a Cuba.
“Condivido con voi la vostra tristezza e rabbia per il fatto che dopo 60 anni di permanenza di un regime che non consente alcun tipo di apertura o libertà sia spaventoso e abbia conseguenze sulla qualità della vita delle persone, sulla repressione del regime delle proteste legittime e pacifiche, ” ha commentato.
lo scorso marzo, più di 128 persone, che hanno partecipato all’epidemia sociale dell’11 luglio, sono state condannate a una reclusione compresa tra 4 e 30 anni.
Lo hanno affermato le organizzazioni per i diritti umani preoccupazioni vista la severità della sentenza e il fatto che tra i puniti figuravano minorenni.
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